Da qui, Tataouine, abbiamo un paio di giorni per risalire in qualche modo verso il porto della Goletta e reimbarcarci. Decidiamo di farlo senza programmare troppo. Niente stress, la strada non è pochissima ma tempo ce n’è.
E di tempo ne servirà al Bertellone per raccogliere tutto il suo armamentario, perché così si presenta il suo letto alle 8 di mattina:
Sgattaioliamo fuori (con una calma serafica) e ci ributtiamo per strada seguendo un itinerario montano decisamente panoramico che ci conduce tra asfalto e sterrato di nuovo verso Matmata e poi via, verso Gabes a missile, città dal lungomare osceno.
L’highlight di Gabes è senza ombra di dubbio la camera dove alloggiamo. Un enorme suite talmente sghemba che potrebbe averla disegnata Gaudì da sbronzo: non c’è una parete parallela all’altra, il pavimento non spiana in nessuna stanza, i corridoi non hanno un senso.
Ciliegina, nel salone troneggia una sedia con una ciabatta elettrica a spenzoloni:
Si dorme finalmente a temperature godibili grazie a dei condizionatori che emettono il rumore di un boeing e poi si riparte. La giornata, lo sappiamo già, offrirà poco o niente a livello motociclistico, ma in qualche modo a quel porto bisognerà pure arrivarci.
La sosta al colosseo di El Jem regala però un vero e proprio colpo di scena: incontriamo le prime e uniche moto di tutto il viaggio. Sono rumeni. Scorrono emozioni vividissime quando Bertellone prova a scambiarci due parole e loro mostrano l’entusiasmo e la vitalità di uno di quei cocci che vendono all’entrata.
A Sousse ci sfondiamo di pesce, facciamo una visita lampo alla medina e poi ci ributtiamo verso nord. Seconda mangiata di pesce nel giro di quattro ore e siamo ormai ai saluti. Ciao ciao Bertellone, io e Struso ci imbarchiamo alle 22.30 con GNV su Civitavecchia, visto che Grimaldi ci ha posticipato i traghetto di 11 ore e li abbiamo mandati a cagare. Lui ripartirà domattina su Genova.
Due considerazioni sulla Tunisia: non la vedo bene per il motociclista che cerca asfalto e curve. Il manto fa schifo e le curve semplicemente non ci sono. Se siete di quel tipo, andatevene in Sardegna o in Corsica, vi divertirete di più. Ma se vi piace sporcare un po’ la moto, o il 4×4, è veramente un parco giochi.
Io ci tornerei anche subito, magari dopo un bel corso di guida sulla sabbia. Alla prossima!
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!