Ore 9, dogana Bosnia/Montenegro lato Bosnia. Aria dolce, uccellini e sole. Un giovane ufficiale al gabbiotto, allungo passaporto e libretto.
– Ah! Ma qui manca un timbro in entrata… problema, problema… ehhh grande problema!
– Ma all’entrata ieri mi hanno fatto cenno di passare, manco l’hanno voluto vedere il passaporto.
– Problema, grande! Illegale! Multa 150 euro!
Scuote la testa guardando il passaporto. Non mi scompongo più di tanto, così i toni salgono:
– Problemi per tutti! CATASTROFIA!
Al catastrofia quasi gli sbuffo in faccia. Ho capito benissimo dove vuole andare a parare, così quando mi chiede che lavoro faccio mi spaccio direttamente per disoccupato. Poi vado dritto al nocciolo::
– Ci sarà un modo immagino. Quanto devo dare?
Pausa drammatica. Guarda orizzonte, sospira. Si distende in un sorriso e poi:
– In base al tuo cuore!
Il mio cuore si confronta coi miei coglioni, prossimi all’esplosione, e decide per 20 euro + 10 marchi, totale 25 euro nascosti nel passaporto che lontano dalle telecamere passa in mano a un altro ufficiale più anziano, che rappresenta l’archetipo dell’archetipo del doganiere corrotto. Il gran finale è suo:
– Ehhh problema! Ma adesso tutto a posto! Fortunato, ci siamo noi! Vai!
– Si però mettete timbro stavolta.
Mette timbro, saluto con la mano, sfanculo col pensiero, entro in Montenegro. Qui la musica cambia subito, con un asfalto degnissimo che si srotola fino alle porte del parco divertimenti per motociclisti dei Balcani: il Durmitor.
Che dire: me lo ricordavo fantastico, invece è super fantastico. Nel 2017 lo avevo attraversato in senso opposto accompagnato da una pioggerella dorata accesa dal tramonto: era stato superlativo.
Oggi mi ritrovo qui con più tempo, a vagare dentro una tela di verdi, azzurri e grigi screziati dal bianco delle ultime nevi. Tutto il giorno a zig zagare per queste strade tra altipiani fioriti, laghi più o meno nascosti, cimiteri ortodossi e tombe medievali, vette aguzze come denti. Non me ne andrei più.
Alle 18 mi concedo un paio di bevute al Crno Lake, veramente notevolissimo, e poi punto su Pljevlje per la notte, uno scialbo paesino al confine con la Serbia, farcito di caffè spettrali ma a quanto pare senza ristoranti.
Ma torniamo un attimo al parco nazionale Durmitor: secondo me avete due opzioni. Se avete una moto dovete andarci. Se non avete una moto dovete prima comprarla e poi andarci dritti per dritti.
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!