Due moto Honda di vecchia generazione, due facce da schiaffi, tanto asfalto, qualche sterrato e di nuovo loro: i Balcani. Una storia complessa, tra traghetti, montagne, laghi, mare e fini analisi psicologiche.
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Usciti dall’area attorno al lago di Orhid la Macedonia scopre le sue carte e si inizia a respirare aria da ex Jugoslavia ad ogni angolo. Le facce si fanno più cupe, la fisicità esplode in larghezza e in altezza secondo proporzioni quantomeno opinabili e la lingua si adegua ai modi di fare, più spiccioli e meno affabili di quelli albanesi.
Colline e montagne bruciate dal sole deturpate da orribili palazzoni squadrati, tra cui spuntano improbabili minareti a sottolineare una massiccia presenza musulmana.
Modi spiccioli sì, ma in Macedonia sembrano volerci bene e senza secondi fini. Verso il confine col Kosovo arriva anche un consiglio paterno: ‘In Kosovo non guardate le donne, in Kosovo vi ammazzano’.
Sí, sí, mo me lo segno! (cit.)
Appena passata la frontiera, in Kosovo il paesaggio si apre e diventa più alpino, con tanto di surreale e rudimentale luna park piazzato in un valico. E a Prizren capiamo anche il perché di quel consiglio: è veramente un gineceo con standard impensabili per Albania o peggio Macedonia. D’altronde siamo praticamente in Serbia, terra da sempre munifica di gnocche.
Meglio dunque non rischiare e tornare nel nostro albergo di periferia, infossato in una sorta di trincea con tanto di filo spinato e mura di difesa. Dalla finestra della camera scorgiamo mezzi mimetici blindati.
– Cippo, non è per dire, ma qui fuori c’è una specie di carroarmato.
– orcoxxx!!!
– Non avrai guardato le donne???
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!
Visto che condividiamo la passione per i viaggi, ti consiglio caldamente questi splendidi film: https://wwayne.wordpress.com/2014/09/28/i-miei-10-road-movies-preferiti%e2%80%8f/. 🙂
E nun te preoccupà che non c’ha un cazzo da fa lo scapolotto d’oro di Ancona… di sicuro li avrà già visti