Il monastero di Rila è un vero gioiellino incastonato tra i monti del parco, con scale, ringhiere e balconate in legno, lastricati e affreschi bizantini sulle volte che sorgono ai lati della chiesa.
L’arietta effervescente del primo mattino corrobora il quadretto fatto di frati ortodossi che girano in calzari e eminenze austere che fanno capolino dai corridoi dei piani superiori.
Il monastero di Rila ha un solo problema: è un monastero e quindi mi rompe i coglioni dopo pochissimo.
E infatti mi defilo quasi subito, giusto in tempo per evitare l’arrivo dei pullman turistici che incrocio riscendendo.
Prima di puntare sulla Grecia faccio un salto alle piramidi di Stob, una specie di Bryce Canyon dei poveri. Dei molto poveri. Se non siete mai stati nel Southwest USA magari queste bizzarre formazioni rocciose vi stupiranno, a me francamente hanno lasciato piuttosto indifferente, ma non è che avessi grandi aspettative. Come sempre però è quel retrogusto balcanico a rendere il semplice vagare da un villaggio all’altro qualcosa di sfizioso.
Ma ecco che in Grecia cambia tutto. Le vocali chiuse si aprono. U, R, V vengono rimpiazzate da un mare di K e S. Il cirillico lascia spazio all’alfabeto greco, il che fa precipitare una situazione già precaria.
I fisici si arrotondano, via tutti quegli spigoli e quell’ortogonalità, veri e propri trademark slavi. E via quell’aria di malinconica austerità bulgara. In Grecia le donne sono più materne, gli uomini meno robotici.
Le facce? Lo sapete. Sono proprio le nostre.
Capitolo accenti: in Grecia non ne azzecchi uno. Ti consola il fatto che loro sbaglino quello di Italia e dicano Italía.
Poi capisci il trucco: basta metterli dove non li metteresti mai e pronunci quasi tutto giusto. Era così semplice.
Io sono piazzato a Litochoro, punto di partenza per l’ascesa alle vette dell’Olimpo. Sto torchiando Monika della 55 Peaks per avere più informazioni possibili sulle vie da seguire. Lei non lesina, anzi è un treno. Incrocia previsioni meteo di due portali, uno civile e uno militare che a fronte di un’interfaccia rudimentale offre ben altra attendibilità (così dice lei). Però dice anche che il mio programma che prevede la partenza da fondo valle è masochisticamente duro.
From here??? Why do you want to do this to your body???
Glielo spiego: ho voglia di camminare. E poi voglio mettere alla prova le mie gambe forgiate sui monti Sibillini.
E poi come ampiamente documentato nella puntata zero devo verificare se c’è Pollon e compagnia bella. E metti che incontro Zeus deve sapere che non ho mica preso scorciatoie.
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!