In questi quattro giorni il cammino ha decisamente ingranato. Ma interrogandomi su che senso avrebbe snocciolare le tappe in maniera descrittiva e soprattutto sulla mia effettiva voglia di investire le poche energie residue in una cosa simile, dico che no, io non ci sto (cit).
Mi atterrò al minimo sindacale dicendo che le tappe sono state:
1. Esposende – Viana di Castelo
2. Bianca do Castelo – Caminha
3. Caminha – Mougas
4. Mougas – Saians
E che:
27/30 km a tratta, un continuo alternarsi di paesini, saliscendi per boschi e foreste di eucalipto, superba costa con oceano arrembante. Finalmente niente passerelle che fa tanto spiaggia per anziani, ma sentieri in mezzo al verde che corrono a braccetto con un profilo costiero selvaggio battuto dal vento che mi ha ricordato alcuni scorci di Irlanda. Stupendo, a tratti quasi esaltante, nulla a che vedere coi primi due giorni di camiño.
Fine delle descrizioni. E quindi? Quindi niente, se devo sforzarmi a scrivere lo farò per fissare qualche suggestione.
Ottimi al primo rain test i copri scarpe impermeabili comprati per 15 euro. Purtroppo sembra che mi torneranno molto utili da domani, visto che promette a acquazzoni di varia intensità per tutta la settimana.
Quando il cellulare ti muore in viaggio, sono cazzi amarissimi. Il mio catorcio mi ha abbandonato per sempre alle porte della squisita Vila Praia Ancora, col risultato che in un colpo solo ho perso traccia di prenotazioni, biglietti, appunti di viaggio, app di navigazione, booking e archiviazione dati, contatti, messaggi e tante altre cose abbastanza indispensabili quando viaggi (soprattutto da solo). Una rogna enorme domata con bestemmie e sbatta. E con 200 euri.
I carabinieri possono andare in pensione 55 anni (a da quanto ho capito ci vanno senza pensarci due volte). Alla faccia della Fornero.
A caminha, pittoresco sconfinare dal Portogallo alla Spagna con un passaggio barca (con traghettatori abusivi che ti lasciano un po’ in mezzo al nulla perché l’approdo ufficiale è appunto per i traghettatori ufficiali e non per quelli abusivi). La mattina presto fa freschetto, copritevi.
A meno che tu non abbia prenotato tutto in anticipo (cosa che confligge con la mia filosofia di viaggio), è quasi impossibile rispettare con precisione le tappe previste. Semplicemente perché i posti letto negli ostelli sono troppo pochi e devi rimodulare le soste per trovare un giaciglio. Qualcuno non regge psicologicamente e strippa, io che mi sono fatto le ossa con la logistica da esaurimento della Patagonia cilena tampono abbastanza bene tra telefonate, whatsapp, booking e l’imprescindibile dose di flessibilità.
Fino a 20 km tutto liscio, tra i 20 e 25 arriva la stanchezza, tra i 25 e i 30 si aggiunge qualche dolore, dopo i 30 km esiste solo sofferenza e voglia di arrivare. Se tocchi i 40 km la tua miseria non conosce confini e ti chiedi cosa cazzo hai fatto di male.
E la risposta la sai: non hai prenotato.
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!