Tre amici che si conoscono dall’asilo a caccia di aurore boreali a bordo di un 4×4 tra poderose tempeste di neve, ghiacci eterni e affettati misti.
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L’assetto nel treno delle 19.26 in partenza da Ancona alla volta di Milano è per 2/3 di fantozziana memoria. Per questioni di spazio in valigia io e Franco siamo praticamente giá in tenuta da terra polare: scarponcini, giacche a vento, pantaloni da escursione, cappelli e sciarpe. Il dubbio che ci sia anche dell’autocompiacimento tecnico è strisciante ma palpabile. Thristo si presenta invece in tenuta borghese metropolitana inficiando il colpo d’occhio. Peccato davvero.
Passiamo una notte a Milano in un albergo vicino a Malpensa e la mattina fila via senza situazioni degne di menzione tranne che avrei desiderato uccidere Giuliana, la ragazza di Franco, per aver telefonato alle 7.30 (decurtandoci un’ora di sonno) e naturalmente Franco per aver lasciato il cellulare acceso.
Sbarcati a Copenhagen la macabra scoperta: combinando sinergicamente le nostre conoscenze in campo matematico, realizziamo che le ore di attesa per il volo successivo sono 7, non ‘4 o 5 boh’ come blateravamo poco prima. E allora piano B: tutti in centro a Copenaghen, con Franco tra lo sconcertato e il tirato di culo perché ha pagato 5 euro per il treno e nessuno gli ha chiesto il biglietto. Nonostante l’euro (peraltro ai minimi storici come ogni volta che esco dalla zona della moneta unica) i prezzi in corone danesi ci crinano le mandibole solo a leggerli. E siamo nel paese più economico della scandinavia. Mi sovviene a questo punto il dramma dell’estate ’97, quando più o meno imberbi affrontammo Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia con la formula ‘Interrail’ armati della nostra liretta. Fu un bagno di sangue che conobbe il suo apice con l’ormai mitologico dito di whiskey pagato 40.000 lire a Stoccolma da Sgaba.
Si passeggia e si assapora un piccolo assaggio di clima nordico prima di riprendere il treno per l’aeroporto. Stavolta il biglietto ce lo controllano e Franco è più tranquillo.
E in volo per Reykjavik accade l’impensabile: Thristo e Franco si degnano di aprire per la prima volta la guida Routard. Non sto scherzando. Lo fanno davvero, e per poco il cor non si spaura.
Domani si comincia. Che il meteo sia con noi e che l’elettromagnetismo si scateni per il nostro sollazzo notturno!
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!