Kirghizistan 2022 – Giorno #8/9/10/11 – La domanda clou

È il giorno #11 e sono di nuovo a Bishkek. Alle 6 di mattina sto già seduto su un taxi collettivo che in appena 12 ore mi porterà a Osh, la seconda città del Kirghizistan.

La strada è fantastica e la compagnia buona (la signora kirghisa dietro di me è appena tornata dalla Sardegna e non chiedetemi come ma parla italiano meglio della metà dei miei contatti su FB).

Segue breve flashback sui giorni passati.

Giorno #8: visita al mercato degli animali di Karakol. Un ovino 400 dollari, un equino 1200, un bovino non s’è capito. Ambiente e profumi genuini, l’ideale per sciogliere l’acido lattico dopo la scarpinata di ieri. Mi accompagna: Gasparre dalla Francia.

Kirghizistan 2022 - Giorno #8/9/10/11 - La domanda clou

Facciamo un salto anche al Soviet Market  (mercato delle pulci) dove trovi tutto e niente, ma se vuoi costruire il tuo carrarmato in scala 1:1 qui c’è tutto.

Kirghizistan 2022 - Giorno #8/9/10/11 - La domanda clou

Pomeriggio salto su un bus verso Jyrgalan, domani trekking in zona.

Giorno #9: trekking a Jyrgalan, appunto. Compagni di giornata: Marine e Xavier (Belgio) e un cane cieco da un occhio che ci accompagnerà per tutto il percorso. Con uno strappo finale da infarto conquistiamo il Chaar Jon peak, 3100 metri. Niente male davvero, da lassù si vedono una serie di vette incappucciate che si estendono fino al Kazakistan.

Kirghizistan 2022 - Giorno #8/9/10/11 - La domanda clou

Giorno #10: ritorno a Bishkek, preparativi per la corsa in taxi verso Osh, filetto imperiale western style con tanto di vino rosso e grande apertura di Campari Spritz. Il mio stomaco finalmente ha un attimo di tregua e ringrazia standosene buono almeno per una notte.

Kirghizistan 2022 - Giorno #8/9/10/11 - La domanda clou

Ma torniamo un attimo al giorno #11, cioè alla corsa in taxi. Complice l’improvviso e inaspettato abbattimento della barriera linguistica posso finalmente fare la domanda clou alla signora kirghisa.

Ma si stava meglio sotto l’URSS?

Lei estende la domanda all’altro passeggero e al tassista, poi tutti e tre convengono rapidamente che sì, si stava meglio sotto l’URSS per le seguenti ragioni:

1. C’era ordine e le persone rispettavano la legge. Oggi la polizia è corrotta, se sgarri basta pagare e puoi continuare a sgarrare impunito.

2. C’era più uguaglianza e nessuno faceva la fame. Oggi la forbice tra ricco e povero è molto più ampia e aumenta ogni anno.

3. C’era pace: non c’erano tensioni e guerre di confine con Uzbekistan e Tajikistan.

Insomma, stando al mio campione statistico, il vento della perestrojka da queste parti non sembra aver infiammato gli animi. Per rimanere in tema quasi che vorrei chiedere se conoscono la melensa Wind of change degli Scorpions, ma è meglio lasciare stare: siamo già risaliti in macchina con Toto Cutugno a tutto volume.

Daniele ERMES Galassi

Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!

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