Polvere, autostop, fiordi, trekking, ghiacciai e personaggi come sempre epici: di nuovo da solo a sudare sangue sulla impareggiabile Carretera Austral. Con un piacevole diversivo sul lato argentino.
Clicca per partire dall’inizio
Se avessi due spicci li investirei in Cochrane. Ora è un sonnolento paesello a pianta quadrata in cui aleggia aria di austerità pioneria, corteggiato da vallate rocciose dove si agitano acque turchesi, accerchiato da montagne scolpite da un clima arido. Per molti è solo un luogo dove dormire una notte prima di proseguire per la sopravvalutatissima Caleta Tortel o per la remota Villa O’Higgings, ultima fermata della Carretera Austral. Ha una bellezza drammatica Cochrane, da frontiera, non è per chi cerca il gioiellino delle alpi svizzere. Qui a Cochrane ti aspetteresti che lo sceriffo se ne sbuchi dal saloon dopo una sparatoria con un ubriaco ammanettato, se solo ci fosse un saloon e qualcuno sbronzo da arrestare. Adoro Cochrane, la sua patina color ocra e gli interrogativi che solleva: dove lo mangio un bel cordero asado? E non dico un vino invecchiato in barrique, ma almeno una birra da qualche parte la troverò?
Il punto è che tra qualche anno le cose cambieranno: la reserva Tamango (4 km da Cochrane) si unirà al alla reserva Jeinimeni (zona Chile Chico) e a tutto ciò che sta in mezzo (cioè al parque Patagonia).
E allora? In soldoni un immenso superparco vedrà la luce, con chilometri e chilometri di circuiti di trek che rivaleggeranno con l’ormai invivibile Torres del Paine. E Cochrane? Sarà uno dei due villaggi di entrata/uscita. Infatti sarà possibile camminare da Chile Chico a Cochrane in 5 giorni passando da paesaggi alpini a quelli aridi della steppa. Colmate le attuali lacune logistiche e marcati i sentieri mancanti ci sarà di che gongolare nella comunità dei mochilleros dalla gambe leste, garantito.
Ora: in questi tre giorni ho fatto circa 90 km di trek semplicemente splendidi nella reserva Tamango e nel parque Patagonia, tra lagune, canyon, laghi, montagne e fauna di ogni sorta senza incontrare mai altri esseri umani (cosa IMPENSABILE in Argentina o al Torres del Paine). E tutto questo è davvero incredibile: quanto potrà durare? Spero molto, ma credo poco. Le voci corrono tra i viaggiatori, e i viaggiatori sono stufi di camminare in fila indiana per 10 ore al giorno a Torres del Paine (Cile) o al El Chalten (Argentina). I viaggiatori sono in cerca d’altro. La verità è che ho paura per quando anche il turismo di massa si accorgerà della Carretera Austral. La speranza è che si adotti uno sviluppo sostenibile che non crei l’ennesimo mostruoso circo. Io vi invito a visitare questi posti in maniera assolutamente indipendente finché si puó. Uno zaino, una tenda e voglia di camminare, arrangiarsi, fare autostop e impazzire dietro alla logistica. Tutta un’altra cosa.
Tornando a bomba, se avete due spicci comprate un terreno a Cochrane e magari costruiteci qualcosa. Tipo un ostello orientato al trekking, con mappe, foto, consigli, storie. Oppure il saloon di cui sopra. Entro cinque anni massimo varrà oro (chiedete a quelli di Puerto Natales o El Chalten). Poi non dite che non vi avevo avvisato.
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!