Polvere, autostop, fiordi, trekking, ghiacciai e personaggi come sempre epici: di nuovo da solo a sudare sangue sulla impareggiabile Carretera Austral. Con un piacevole diversivo sul lato argentino.
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Matilde, 24 anni, francese di Lione, viaggia da mesi e mesi, senza una data di ritorno prefissata, spendendo cifre irrisorie. La sua è una miscela vincente a base di couch surfing, workaway e naturalmente l’immancabile dedo (autostop).
Ogni volta che parlo di autobus mentre esploriamo il parque Andino Alerces, nei dintorni di Esquèl, lei mi interrompe:
‘No, no, ma quale autobus? Io non prendo autobus. Non ha senso in Sud America.’
Ed ha ragione, considerata la sua situazione. Avete mai detto: ‘voglio viaggiare ma non posso perchè non ho i soldi’?
Sì che l’avete detto. Ebbene questa frase non ha senso. La formula viaggio=denaro è sbagliata, o meglio imprecisa. Per viaggiare non servono soldi. Per viaggiare servono soldi OPPURE tempo. E’ ben diverso.
Più tempo abbiamo, meno soldi ci serviranno. Meno tempo abbiamo, più ci serviranno risorse. Detta in altri termini per viaggiare c’è un trade-off stringentissimo tra tempo e denaro. Matilde può permettersi di stare due giorni arenata in una città, in un paesello o inchiodata al ciglio di una strada facendo autostop. Si serve del suo tempo, sostanzialmente illimitato. Mal che vada, se nessuno se la carica (scenario molto improbabile) pianta la sua tenda, cerca un couch surfing, si paga un letto in una camerata di decima categoria e buona notte. Domani si ricomincia. Matilde può arrivare due, tre, quattro giorni dopo a El Bolsòn ad esempio, io no. Ed è per questo che io pagherò un bus da 95 pesos e lei non ci pensa nemmeno. Anzi mi guarda come fossi un pazzo scellerato scialacquatore di sostanze.
Matilde ogni tanto si ferma a lavorare per 5 giorni part time in un ostello tramite circuito workaway: le daranno vitto e alloggio, nelle ore libere visiterà l’area. Ancora una volta pagherà col suo tempo. Matilde ha speso praticamente zero per vedere Macchu Picchu, una delle escursioni più costose se te la fai immerso nel circuito turistico. Certo, ci ha messo di più, perché ha camminato e fatto autostop. Non ha preso né il il costoso treno, né il bus che porta all’ingresso. Matilde si è fatta un bel culo per arrivare lassù. Ma non ha speso nulla se non il biglietto d’entrata.
Quindi gli scenari sono due:
1) VOGLIAMO VIAGGIARE MA NON ABBIAMO TEMPO
Ci serve denaro. Non ci sono santi. Ma se non abbiamo tutto questo tempo di solito è perchè lavoriamo (tolti casi limite dove si richiede la nostra presenza a casa per qualsiasi motivo inderogabile). E se lavoriamo abbiamo denaro per viaggiare o potremmo ritagliarcelo eliminando i cocktail nel weekend, gli apericena al tramonto e chissà quante altri voci di spesa. Quindi se lavoriamo possiamo viaggiare. Compatibilmente col nostro piano ferie immagino, ma se vogliamo ecco che possiamo.
2) VOGLIAMO VIAGGIARE MA NON ABBIAMO SOLDI
Ci serve tempo. Anche qui tolti casi dove le nostre risorse sono assorbite da una prole da sfamare con un solo stipendio o da mutui assassini pendeti, se non abbiamo soldi è perchè non lavoriamo. Ma se non lavoriamo allora abbiamo tempo. E possiamo fare come le migliaia di Matilde che vagabondano per il globo.
CONCLUSIONE
Ne consegue una semplice verità: se siamo persone senza vincoli di responsabilità (figli, assistenza verso parenti, etc..) e senza problemi di salute, possiamo sempre viaggiare. Basta volerlo. Se non viaggiamo è per un semplice motivo: non abbiamo davvero voglia di viaggiare. Quelle che vogliamo, al limite, sono vacanze.
E quelle sì che costano, a prescindere dal tempo che hai.
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!