Polvere, autostop, fiordi, trekking, ghiacciai e personaggi come sempre epici: di nuovo da solo a sudare sangue sulla impareggiabile Carretera Austral. Con un piacevole diversivo sul lato argentino.
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Incontro Paul Hurlimann alla base del trail che porta alla caldera del volcan Chaiten mentre aspetta qualcuno che gli ha dato evidentemente sòla.
Circa settant’anni, svizzero, mi mostra orgoglioso il suo mostruoso mezzo blindato con supporto per tenda biposto a scomparsa sul tetto. Viaggia da tre anni Paul, e mira a completare in solitaria il giro del mondo in cinque.
‘All’inizio dovevo finire tutto il giro in quattro anni ma il sud America mi è piaciuto particolarmente e ho deciso di starci un annetto in più’.
Il coperchio della mastodontica ruota di scorta è fregiato col suo itinerario che zigzaga tra i continenti.
Dice che il bolide se l’è comprato coi soldi delle sigarette che non ha mai fumato. Per un attimo mi gaso: cazzo manco io fumo! Un giorno se sarò coscienzioso potrò anche io essere un Paul Hurlimann! Subito dopo mi deprimo, perché scopro che ha venduto la sua azienda di servizi informatici e tampona con una pensione elvetica da capogiro il nostro Paul, altro che sigarette.
Ma è sul finale che Paul ha quello scatto di reni che lo fa svettare:
‘La moglie? Sì sì ce l’ho, ma sai lei non è tipa da viaggi on the road…meglio andare soli.’
Non mi pare ci sia altro da aggiungere. Per chi volesse seguire le gesta del titanico Paul Hurlimann questo è il suo blog:
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!