E dire che ero decisissimo: quest’anno mi butto in Africa! Voglio andare in Namibia, e siccome è stagione delle piogge noleggerò un 4×4, uno di quelle gigantesche jeep con la tenda sul tetto, perché l’ultima cosa che voglio è rimanere impantanato nel bel mezzo del deserto con un rinoceronte che mi carica.
E invece niente, più la guardavo da vicino e più vedevo che questa Namibia prendeva le forme di un altro paese. Sud Africa? Botswana? Per un attimo m’era parsa addirittura il Mozambico, pensa te.
Macché, alla fine ho capito, era la Colombia. Che tonto.
Il programma è semplice: il 25 gennaio prendo un areo per Bogotà e comincio a fare trekking spostandomi con i mezzi pubblici. Sgambate sulle Ande, nella giungla, nella zona cafetera, nei dintorni dei siti archeologici del sud-ovest.
Mare? No, non credo, troppa gente. E poi il mare io ce l’ho sotto casa tutto l’anno, la Ande e la giungla no. Città? Mmmm, poco o niente, piuttosto mi butterò in qualche pueblo, quei villaggetti colorati e graziosi in cui ti pare già di conoscere tutti.
Anzi, la sola idea di atterrare nel traffico di Bogotà già mi snerva, ma sarà solo per poche ore perché ho messo gli occhi sui quei bus scalcinati che mi porteranno subito verso nord.
Come sempre sul blog troverete i miei brevi racconti di viaggio, a puntate, ironici e un po’ sboccacciati. Speriamo anche stavolta popolati di personaggi pittoreschi e situazioni surreali che non mancherò di pennellare per il vostro, ma soprattutto per il mio sollazzo.
Hasta pronto!
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!