Passo tutta la mattinata a bagno sotto una pioggia fitta e insistente, di quelle che ti levano il gusto della guida e ti mortificano la tenuta antipioggia.
Le gole del Verdon e la Route de Cretes sono spettacolari anche così, avvolte da nebbiolina sotto un cielo non troppo plumbeo ma assertivo quanto basta: piove e continuerà a piovere.
Smette in realtà verso ora di pranzo, quando mi mangio una pessima pizza cotta al forno a legna che se me la facevo a casa in padella veniva meglio. I guanti hanno preso tanta di quell’acqua che hanno stinto tutto il colore sulle mani che adesso sono nere che manco fossi stato tutto il giorno in miniera a spalare carbone.
Ma sono carico, mi butto verso i campi di lavanda di Valensole con rinnovata fiducia nel meteo, che infatti da adesso in poi mi arriderà. Bella strada anche questa.
Per quanto mi riguarda, parlando di fioritura di lavanda, i sensi più appagati sono olfatto e udito: profuma tutto di lavanda (ma va?) e se si tende l’orecchio ci si rende conto di essere immersi in un ronzio costante e ininterrotto di (credo) api.
Bello dai, ma la fioritura di Castelluccio gli dà la biada, come location ma anche come varietà di colori.
Adesso è ora di convergere sulla Camargue, ma essendo ancora presto dico al Garmin di portarmici col suo programma Adventurous Routing… in pratica arrivo a Saint Gilles per campi e sterratini, alternati ai più lunghi rettilinei mai fatti in moto in vita mia.
Poi la sorpresa: Arles. Che gioiellino, sembra una bomboniera a forma di Roma. Ha pure un suo Colosseo.
Non so chi l’ha costruita (ma un’idea ce l’ho), quando e con che scopo, ma se la Camargue non mi ammacca troppo ci torno anche domani sera per ri-imbambolarmi davanti alle acque del Rodano al tramonto. Che spettacolo.
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!