Giorno 3: Orgosolo – Tempio – Monte Moro – Olbia
Le prime ore della mattina sono dedicate a completare l’asciugatura. Bertellone spinge le sue velleità da ingegnere meccanico oltre ogni limite, arrivando a congegnare un sistema di asciugatura automatica multiplo che (tramite una composizione modulare che convoglia il calore senza disperderlo) riesce ad asciugare con un unico phono :
- un pantalone
- una fascia lombare
- una maglia
- due stivali
- due caschi
Anche se probabilmente servirà a poco, perché non prendere un altro acquazzone sarà difficile oggi stando al meteo.
Partiamo e ci dirigiamo verso Tempio, passando però per strade secondarie interne dribblando miracolosamente la pioggia fino a imboccare la splendida ss392. Peccato che dopo 2km nemmeno di adorabile asfalto cominci a pioverci in testa di tutto, col risultato che arriviamo a destinazione completamente zuppi.
Poco male, finché c’è da mangiare non ci lamentiamo. Siamo gente semplice in fondo.
Nel dopo pranzo è ancora pioggia battente, ma noi ormai siamo muli insensibili e tiriamo avanti curva dopo curva. C’è giusto quel gelo pungente sullo scroto a infastidirmi un po’, se proprio devo essere sincero.
Ci concediamo un po’ di facile sterrato fino alla cima di Monte Moro da cui ci puppiamo una veduta spettacolare della Maddalena. Non c’è anima viva, fantastico.
Il cielo inizia a rasserenarsi e colorarsi di rosa proprio quando è ora di andare a prendere il traghetto e sa un po’ di presa per il culo, diciamocelo, ma l’ultimo sterratino panoramico mi ha messo addosso un umore spumeggiante.
Salutiamo il Bertellone che dopo averci immortalato nella solita foto (sfocata e stavolta addirittura spixellata) va a imbarcarsi da Golfo degli Aranci. Io e Struso ci dirigiamo a Olbia per l’imbarco.
Giorno 4 – Il macabro epilogo (ma poteva andare peggio)
Tutto è bene quel che finisce bene. Manco per il cazzo. Perché il giorno dopo, all’altezza di Muccia, mi accorgo che l’anteriore perde pressione. Il compressore ce l’ha il Bertellone ormai lontano, decido di confidare nella tenuta delle tubeless e arrivare a un benzinaio.
Il problema è che per 40 infiniti km di superstrada Foligno-Civitanova non ne trovo nemmeno uno. Inizio a farmela sotto, rallento, ma dalla gomma arriva un rumore atroce ed è chiaro che il peggio sta per succedere.
E infatti succede, la gomma stallona, ma per miracolo riesco a non cadere.
Carro attrezzi Honda gratuito, mi faccio scaricare in un’officina li vicino e rigonfio sperando che tenga fino a casa. Cosa che accade.
Sono le 13.30 quando apro la porta, faccio una doccia, mangio qualcosa e alle 15 sono già in ufficio, pronto a dare il mio contributo attivo al PIL della nazione.
Poi ditemi se non mi merito il Cavalierato del Lavoro.
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!