Una grande traversata in solitaria del Sud America: dall’Ecuador alla Patagonia cilena e argentina, passando per il Perù e chiudendo con due capatine in Brasile e Uruguay. Un viaggio per me memorabile.
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Io e Ronald ormai facciamo coppia fissa, o almeno diciamo che abbiamo prenotato la medesima escursione anche oggi: una super sfacchinata di 6 ore su e giù per le verdeggianti montagne di Chachapoyas, ammantate di tanta di quella vegetazione subtropicale (e di zanzare) che ogni tanto pare di stare nel Borneo.
La gitarella è dura, ma le cascate di Gocta mantengono ampiamente le promesse, la flora incornicia tutto senza risparmiarsi, il meteo ci arride nonostante sia temporada de iubia, c’é la solita Babele dove inizi una frase in spagnolo e la finisci in inglese o viceversa. Tutto perfetto insomma, fino a quando non si esauriscono le risorse idriche.
Ho le fauci essiccate da almeno un paio d’ore quando mi trovi a centellinare le ultime scorte d’acqua, ma ecco che all’improvviso compare un fiume: rigoglioso, roboante, giallo. Sì, l’acqua è inequivocabilmente gialla, color tè del Sosty per intendersi.
Ronald: possiamo riempire le bottiglie!
Io: ma ci prendiamo il colera…
Ronald: Dimentichi forse il mio water purifier?
Io: no, no, per carità… Ma vedi…è gialla. Tanto gialla…
Ronald: questa purifica un litro in 60 secondi uccidendo qualsiasi battere e virus.
E con questo chiude ogni discorso, il texano.
In sostanza Ronald purifica prima la sua bottiglia, poi la mia…alla fine bevo, nonostante siamo sempre su quel giallo tè del Sosty. Al gusto il liquido si presenta invece lievemente pastoso, con persistenti note di argilla. Ma questi sono dettagli.
Spero tanto che non sia progettato né tanto meno costruito in Cina quel cazzo di aggeggio…ma ve lo saprò dire domani…
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!