Una grande traversata in solitaria del Sud America: dall’Ecuador alla Patagonia cilena e argentina, passando per il Perù e chiudendo con due capatine in Brasile e Uruguay. Un viaggio per me memorabile.
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Sempre con questo tarlo a zonzo per la testa…sconfinare in Argentina verso la linda e pinta regione dei Laghi e poi seguire la mitica quanto noiosa Ruta 40 fino a El Calafate, o buttarsi verso la selvaggia Carretera Austral cilena, la strada più bella del sud America, andando però incontro a una vagonata di difficoltà logistiche, stress e ansia paranoide?
La prima soluzione si accompagnava nella mia mente a locuzioni come bei posti, facili connessioni, molto turistico, ottima cucina. In definitiva ‘borghese‘. Dall’altro lato roboavano cose del tipo selvaggio, natura allo stato puro, difficile, pochissimi bus, strada sterrata, tempi biblici, orari imperscrutabili, guerra tra autostoppisti, fuori dal classico circuito turistico. In definitiva ‘avventuroso‘. Una rissa continua tra ragione e istinto, dal primo giorno in cui ho iniziato a pianificare il viaggio.
E sono stato davvero combattuto, lo ammetto, per una questione di tempistiche sempre risicate che si accompagnavano a resoconti disastrosi di chi si era avventurato su o giù per la strada sterrata cilena affidandosi ai mezzi pubblici o al dedo.
Ma se sto a Puerto Montt, in un fiordo dove sole e pioggia fanno a cazzotti ogni cinque minuti, qui alle porte della Patagonia cilena a mangiare merluzzo fritto mentre una foca mi gioca davanti, allora significa che ho fatto un dito medio alla ragione e ho ceduto al canto delle sirene che mi invitava a buttarmi giù per la tortuosa costa pacifica.
Ad ogni modo il guanto di sfida è stato lanciato: i miei alleati saranno questo foglio su cui ho appuntato orari ipotetici di fantomatici mezzi pubblici, dedo e spero culo.
Carretera Austral, a noi!
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!