Una grande traversata in solitaria del Sud America: dall’Ecuador alla Patagonia cilena e argentina, passando per il Perù e chiudendo con due capatine in Brasile e Uruguay. Un viaggio per me memorabile.
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Ed eccoci qui, su questo traghetto austero e proibizionista (alcol proibido!) che ci porterà in 24 ore di navigazione nel cuore della Patagonia cilena, più o meno a metà della tanto discussa Carretera Austral (vedi giorno #34).
Si fanno conoscenze, si beve mate e vino alla faccia delle regole, si fuma alla faccia della legge, si discute sui vari itinerari e appare subito chiara una cosa: quasi nessuno ha idea di dove andrà esattamente, né tanto meno di come.
Vamos a ver que pasa…
Due turiste di Trento sfoggiano una guida in inglese interamente dedicata alla Carretera Austral, le seduco forte del mio kit patagonico irregolare (cabernet sauvignon) e me la faccio prestare, incamerando per un paio d’ore quante più informazioni possibili. Niente di incoraggiante comunque, sembra che per percorrere sta cazzo di Carretera Austral anche l’autostop sia poco efficiente come soluzione a causa della spietata concorrenza di un’orgia di ventenni dal dedo performante che hanno quello che io non ho: tempo.
Verso le 22 l’imbrunire australe ci regala squarci memorabili sul Pacifico, mentre flirto senza vergogna in completa solitudine col mio kit patagonico. Solo io e lui. Riesco pure a farmi prestare una chitarra classica da un cileno. Che dire: non so cosa succederà, davvero, ma come inizio patagonico, io non mi lamento.
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!