Non credo alla fregnaccia che i viaggi migliori sono quelli che improvvisi – non ci credo per niente – ma sono sicuro che i viaggi peggiori sono quelli che rimandi.
Vengo da mesi di stampelle dopo che un’incornata di capriolo mi ha fatto assaggiare qualche metro di asfalto e la sgroppata di un mese fa in Calabria (video qui), per quanto superlativa, non ha sedato la mia smania di aria fresca.
Quindi calendario alla mano era del tutto impensabile poltrire a casa senza sfruttare il ponte del 2 giugno: così ieri sera ho preso il solito MyMaps e ci ho scarabocchiato questo:
Stasera verso ora di cena mi imbarco per Split solo come un ratto e da domani mi fiondo verso i monti di Bosnia, Montenegro e Serbia con il solito nobilissimo intento di lasciarmi alle spalle la bolgia costiera il prima possibile. Sono paesi che ho già battuto diverse volte, ma mai in questa veste.
Veste che prevede:
- Costa croata + vetta Sveti Jure
- Parco Durmitor in Montenegro
- Sconfinamento in Serbia per fare non so bene cosa
- Bosnia: Srebrenica, Sarajevo, Mostar (devo approfondire alcune cose)
1.300 km in 4 giorni spaccati, poi domenica sera mi imbarco da Split e lunedì mattina alle 7 sono di nuovo al porto di Ancona, pronto a dare il mio contributo al PIL produttivo come sempre.
Stavolta niente video, torno al caro vecchio blog testuale che ho bisogno di sgranchire un po’ le nocche e non ho più voglia di stare lì a spippolare con action cam, cellulare ed editor. In compenso ho una voglia irrefrenabile di cevapcici, drammaticità disumana e frontiere in mezzo al niente. Dai, i Balcani sono il posto ideale.
A dopo.
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!