La Carretera Austral, nel cuore della Patagonia cilena, ha da offrire tantissimo ai viaggiatori più intraprendenti. Tra parchi, fiordi glaciali, picchi innevati e ghiacciai, percorrere zaino in spalla i 1247 km di questa strada è il modo migliore per scoprire la Patagonia più autentica, selvaggia e lontana dal turismo di massa. Dopo averci sbattuto il muso due volte e essermelo ammaccato manco poco, vi racconto cosa c’è da fare lungo la Carretera Austral e come riuscire a farlo. Ve lo dico subito: non è una passeggiata di salute, ma è uno dei viaggi on the road più entusiasmanti che possiate mai fare.
Sommario
INTRODUZIONE
La Carretera Austral è una strada della Patagonia cilena che in 1247km unisce Puerto Montt, nella Regione dei Laghi, alla remota e isolata Villa O’Higgins.
Impervia, spesso sterrata, polverosa o fangosa a seconda delle bizze del meteo, questa strada unica al mondo si snoda tra fiordi glaciali, foreste pluviali, aridi deserti con canyon solcati da fiumi turchesi e laghi dalle mille tonalità di azzurro su cui si specchiano picchi perennemente innevati.
Lungo la Carretera Austral incontrerete un’infinità di parchi nazionali/riserve protette e avrete la possibilità di trovarvi a tu per tu con diversi ghiacciai, alcuni dei quali dal fronte colossale.
Per chi si imbarca in questo viaggio l’avventura è realmente dietro ogni angolo o ogni curva, perché nella Patagonia cilena quasi tutto è difficile, complicato, a volte persino frustrante.
La logistica è incerta e complessa con connessioni scarse o assenti, le informazioni sono lacunose o contraddittorie, le condizioni meteo ostili e poco prevedibili.
Eppure credetemi: non esiste modo migliore per conoscere la Patagonia, quella più autentica, più selvaggia, più avulsa dal turismo di massa.
Se non vi siete spaventati o scoraggiati, continuate nella lettura perché questa è una delle pochissime guide dettagliate in italiano (se non l’unica) sulla Carretera Austral, con informazioni raccolte in prima persona durante i miei due recenti viaggi del 2016 e del 2017.
L’articolo è abbastanza lungo, vi consiglio come sempre di stampare tutto.
CARRETERA AUSTRAL: MAPPA & PRINCIPALI TAPPE
La Carretera Austral presenta alcune tappe definibili come principali. Molte attrazioni sono tecnicamente fuori dal tracciato ma si possono visitare (a volte con una certa difficoltà) facendo base nei villaggi/città che segnalo qui sotto (elencati da nord a sud):
- Puerto Montt (inizio della Carretera Austral)
- Chaitèn
- Puyuhuapi
- Coyahique
- Villa Cerro Castillo
- Puerto Rio Tranquillo
- Cochrane
- Villa O’Higgins (ultima fermata della Carretera Austral)
Prima di entrare nel dettaglio su cosa fare/vedere lungo la Carretera Austral buttiamo un occhio alle domande frequenti.
CARRETERA AUSTRAL: DOMANDE FREQUENTI (FAQ)
Carretera Austral: perché?
Scendere verso la fine del mondo percorrendo la Carretera Austral è uno dei viaggi on the road più avventurosi di tutto il continente.
Ripeto: in questo lato selvaggio e poco battuto della Patagonia risulta tutto complicato, perché la logistica è difficile, le informazioni lacunose e nebulose, i servizi per i viaggiatori scarsi e spesso purtroppo costosi.
La Carretera Austral e in generale la Patagonia del Cile richiedono un’alta dose di spirito di adattamento, flessibilità e creatività nelle soluzioni da adottare. Non è probabilmente un viaggio per tutti: se preferite la pappa pronta, le comodità e le certezze…magari scegliete la Patagonia argentina. Ma quella che vi attenderà dall’altro lato è un’esperienza completamente diversa.
In un viaggio come questo la natura è al suo massimo splendore e i maniaci delle attività outoodor andranno praticamente fuori di testa a ogni tappa. Trekking, cavalcate, rafting, mountain biking, esplorazione e camminate su ghiacciai, sport nautici, pesca: non solo ogni cosa qui è possibile, ma è anche ai vertici di categoria.
Se avete spirito d’avventura, già solo guardare fuori dal finestrino mentre un furgoncino vi scarrozza sobbalzante per la tortuosa Carretera Austral, può farvi ringraziare il cielo per essere su quel sedile cigolante e non stesi a rosolarvi nella solita spiaggia caraibica in mezzo a orde sghignazzanti.
Le cittadine, a volte minuscoli villaggi, hanno tutte qualcosa di pittoresco, sia che si affaccino su un fiordo glaciale, che siano circondate da una rigogliosa foresta o che sorgano in mezzo all’arido nulla. In questa Patagonia si respira aria da pionieri e la mondanità è praticamente bandita.
Qui non c’è turismo di massa come lo potrete trovate nel lato argentino, ed è per questo che è tutto così ostico ma al contempo appagante per chi cerca un’esperienza autentica.
Approfondimento consigliato: Patagonia: Argentina vs Cile. Sfida in 10 round
Carretera Austral: quando andare?
La finestra temporale utile è quella dell’estate australe, cioè da novembre a aprile.
L’alta stagione è gennaio/febbraio, periodo in cui il tempo è più stabile ma viaggiare coi mezzi pubblici o imbarcare la propria auto nei traghetti diventa più problematico. Anche gli alloggi tendono a riempirsi prima.
L’ideale sarebbe viaggiare da metà novembre fino a Natale oppure da marzo in poi. Meteo probabilmente più ostile, ma molto meno stress a livello organizzativo e logistico.
Carretera Austral: che tempo fa?
Ricordatevi una cosa: con il meteo della Patagonia non si scherza, mai.
Se nella parte nord della Carretera potreste beccarvi tanta di quell’acqua da farvi crescere le radici, alle latitudini più basse potreste passare dal grondare di sudore durante un trekking a battere i denti non appena il sole cala dietro alle montagne, schiaffeggiati a mano aperta da un vento gelido.
In generale la sezione nord della Carretera Austral è indubbiamente la più piovosa (fino a Coyahique), scendendo verso Cochrane si incontra invece una fascia più arida con pochissime precipitazioni. Pioggia e di conseguenza fitta vegetazione ricompaiono avvicinandosi a Villa O’Higgins, zona in cui i venti si faranno sempre più sferzanti e le temperature più rigide.
D’altronde è il prezzo da pagare per poter ammirare ghiacciai praticamente a livello del mare…
Carretera Austral: è costosa?
La Patagonia è tutta costosa, la parte cilena ancora di più di quella argentina. Essendo una zona così remota e così poco battuta, i servizi sono meno diffusi che nel lato argentino e pertanto più esosi.
Si può risparmiare molto dormendo in campeggio o piantando la tenda in modalità wild camping, facendo autostop e arrangiandosi col cibo. Gli alloggi vanno dai campeggi gratuiti ai lodge di lusso, passando per guesthouse e affittacamere relativamente economici ma solitamente molto spartani.
Si può dormire in singola con bagno condiviso per 15/20 euro, un pasto decente al ristorante o alla guesthouse può alleggerirvi di 10-12 euro, 15 se ci bevete sopra del vino (che in Cile è ottimo). Prendete con le molle queste cifre, molto dipende anche dal cambio.
Se il trekking potrete farlo quasi sempre in perfetta autonomia senza bisogno di guide (a patto che vi sappiate organizzare), il problema sarà spesso raggiungere l’inizio dei sentieri perché i mezzi pubblici saranno carenti o del tutto assenti.
In questi casi se non riuscite a fare autostop dovrete pagare trasporti di agenzie private, che sono molto cari, specie se viaggiate da soli come ho fatto io.
Anche altre attività come le esplorazioni dei ghiacciai o le uscite in barca saranno batoste sulle gengive, dovrete cercare di aggregarvi a qualche gruppo o vi dissanguerete (ammesso che l’escursione non venga annullata per mancanza di numero minimo).
La Patagonia cilena è una destinazione dove la comodità, la certezza, il comfort e la facilità si pagano salatissime. L’avventura, che è ciò che spero vi interessi, invece può essere alla portata di tutte le tasche, a patto di avere spirito di adattamento, buone gambe e polmoni, tanta pazienza, capacità di organizzazione e la giusta dose di tempo.
Come percorrere la Carretera Austral?
#1 – Mezzi pubblici
Il modo più utilizzato è affidarsi ai mezzi pubblici, sempre più scassati, rari e costosi mano a mano che si scende verso Villa O’Higgins. A volte questi bus si imbarcano su piccoli traghetti per attraversare degli stretti e il passaggio è incluso nel biglietto del bus.
I biglietti non si possono mai prenotare online, vanno sempre comprati di persona (regola valida per tutto il Cile, visto che per prenotare online serve un RUT number che il governo rilascia solo ai residenti).
Ve lo dico subito: è un delirio e per diversi motivi. Lungo la Carretera Austral a volte non solo non si capisce quando e se un bus partirà/arriverà. A volte anche capire dove piazzarsi ad aspettarlo può essere un rebus.
Ma il problema principale è che i mezzi sono pochi, non partono tutti i giorni e non sempre è possibile riservarsi un posto pur comprando un biglietto. Esatto: se il bus ha origine dal posto in cui vi trovate siete a posto, prenotate/pagate e state sereni. Ma se il bus proviene da altrove, potrete comprare un biglietto ma non sarete sicuri di essere accettati a bordo.
Perché? Perché gli autisti accettano nuovi passeggeri solo se c’è rimasto posto a sedere. Tradotto: è un attimo che rimani bloccato in una fermata intermedia anche due o tre giorni pur avendo il tuo maledettissimo biglietto in mano e questo semplicemente perché il bus si è riempito strada facendo.
Aspettatevi quindi una lotta abbastanza strenua con gli altri legittimi possessori di biglietto: fareste bene a mettervi per primi in fila….sempre che riusciate a capire dove sia il posto giusto per mettersi in fila.
A fine articolo nella sezione Risorse Utili trovati i link agli orari-tratte dei mezzi pubblici suddivisi per zona e le possibili connessioni marittime che vi permetteranno di accorciare alcune tratte…tuttavia…verificate sempre in loco gli orari e i giorni di percorrenza! Cambiano di continuo e senza preavvisi!
Consiglio:
Negli hub dove si può riservare il proprio posto (tipo Puerto Montt, Chaiten, Coyahique, Cochrane, Villa O’Higgins) comprate quel maledettissimo biglietto appena avete chiaro il successivo spostamento. Non aspettate il giorno stesso perché la rischiate grossa.
#2 – Autostop (dedo)
Ultra sicuro e perfettamente integrato nella cultura del luogo, l’autostop (dedo) può essere la salvezza quando non trovate posto in un bus o manca una connessione.
La guerra tra autostoppisti è molto accesa e si può tradurre nel rimanere per ore e ore a bordo strada. Forse anche per giorni, come mi è capitato di vedere a Villa Cerro Castillo o Puerto Rio Tranquillo.
Uno dei modi più economici per viaggiare in queste zone è proprio questo: autostop e tenda. Non ti caricano? Chi se ne frega, pianti la tenda e riprendi il giorno dopo. Chiaramente dovete avere tempo (e pazienza).
Consiglio:
Fare autostop a bordo strada può essere davvero snervante in alta stagione. Dovrete mettervi in fila e rispettare le priorità, c’è un codice non scritto da osservare. Non tentate di barare, vi fulmineranno. Se però siete in zona trekking, provate a chiedere un passaggio nei parcheggi all’inizio dei trail, quando i proprietari dei mezzi hanno terminato l’escursione. I cileni sono brava gente, quando possono vi aiutano. Fate la faccetta stanca e sfoggiate il vostro miglior spagnolo.
#3 – Macchina o camper a noleggio
Sebbene questa opzione regali una flessibilità e una libertà impareggiabili, io ve la sconsiglio. Intanto costa una cifra folle e la benzina è cara. Inoltre la Carretera Austral finisce a Villa O’Higgins e da lì non si va proprio da nessuna parte, finisce ogni forma di collegamento stradale. Quindi arrivati lì avrete 2 opzioni:
- tornare indietro per la stessa strada, visto che non è possibile sconfinare in Argentina con mezzi meccanici da laggiù. Se proprio volete tornare via Argentina dovrete tornare a Cochrane e passare da Paso Raballos oppure deviare fino a Chile Chico e sconfinare da lì. In entrambi i casi poi dovrete risalire per l’Argentina per tornare a Puerto Montt. Costi elevatissimi per un percorso lunghissimo che nella parte argentina è abbastanza noioso
- scaricare il mezzo alla succursale di Villa O’Higgins ma la tassa di drop-off costa una fortuna
Ma c’è un’altra rogna, per niente marginale: i traghetti. Trovare un posto per il vostro mezzo può essere proibitivo, soprattutto in alta stagione (gennaio/febbraio). Questo significa che i passaggi andranno prenotati con largo anticipo, facendovi così perdere gran parte di quella flessibilità che la macchina/camper avrebbe invece dovuto garantirvi.
Non dico che non sarebbe gustoso guidare per la Carretera Austral, dico che è più avventuroso (e incommensurabilmente più economico) muoversi in altro modo. Certo, se viaggiate in gruppo quella del noleggio è un’opzione da valutare, ma fate bene i conti con i tragitti per tornare a Puerto Montt, con la tassa di drop-off e con la spinosissima faccenda dei traghetti.
#4 – Moto
Molti integrano la Carretera Austral in un percorso più lungo attraverso il Sud America e alcuni lo fanno in moto. Fermo restando il limite di sconfinamento evidenziato per la macchina, da motociclista endurista posso dire che è sicuramente una possibilità interessante, anche se il vento, la pioggia, la polvere, il fango e la qualità del manto stradale non rendono questa opzione la più semplice.
#5 – Bici
Discorso parzialmente diverso per la bici, con cui potrete sconfinare da Villa O’Higgins in Argentina e poi scegliere cosa fare. La Carretera Austral è piena di cicloturisti pronti a sfidare bizze meteo in un susseguirsi di polverosi/fangosi saliscendi spacca gambe. Opzione gettonatissima.
#6 – Tour operator e agenzie
Essendo i mezzi pubblici scarsi e poco affidabili, stanno fiorendo agenzie che offrono pacchetti completi con tour di diversi giorni su e giù per la Carretera. Naturalmente costosissimi. Personalmente preferirei rimanere in ufficio a compilare fogli excel, ma se avete denaro da spendere e volete tutto apparecchiato, fate una ricerca su google e ne troverete diversi.
In che verso percorrere la Carretera Austral?
Tecnicamente come vi pare, ma vi consiglio da nord a sud: l’intensità del viaggio aumenterà scendendo di latitudine per il meteo che si farà più intrattabile, per la luce sempre più vivida, per i paesaggi sempre più selvaggi e per il crescente, palpabile isolamento a cui andrete incontro.
Andate verso sud: avrete la sensazione di essere realmente diretti verso la fine di qualcosa.
Carretera Austral: è pericolosa?
La Patagonia, tutta, è uno dei posti più sicuri della terra. La delinquenza non esiste, la popolazione è estremamente amichevole e vi aiuterà in ogni modo. Fare autostop è ultra sicuro. Se ancora avete paranoie forse è meglio che cambiate meta, perché se viaggiate zaino in spalla prima o poi quel dannato autostop vi servirà…
Carretera Austral: quanto tempo?
Questo è un tipo di viaggio che richiede tempo, soprattutto se affrontato con mezzi pubblici e autostop. Come già detto bus e traghetti potrebbero essere pieni, si potrebbero rompere, potrebbero essere soppressi causa maltempo.
Inoltre alcune tratte vengono coperte solo in determinati giorni, specie da/per i villaggi da Cochrane in giù. Attorno alle fermate ci sono paradisi incontaminati da scoprire e ancora una volta il solo raggiungerli richiederà tempo.
Il mio consiglio è dedicare alla Carretera Austral almeno tre settimane piene, con meno ci sarà poco tempo per deviazioni meritevoli e per le attività outdoor. Ma con quattro settimane sareste più sicuri di potervela spassare senza troppi patemi d’animo in una full immersion tra strada e natura.
Se invece pensate di farvi veramente tutte le deviazioni e darci giù pesante di trekking…troverete il modo di occupare anche sei-otto settimane senza annoiarvi mai.
Quando si parla di quanto tempo, bisogna tirare in ballo alcune considerazioni molto specifiche.
La posizione geografica della Carretera Austral fa sì che essa venga spesso integrata in un circuito più ampio che contempla uno sconfinamento in Argentina da Villa O’Higgins (ultima fermata della Carretera) da cui poi si continua per altri percorsi (El Chalten, El Calafate, Puerto Natales, Terra del Fuoco).
In sostanza non basta arrivare alla fine della Carretera Austral, bisogna anche avere in mente una exit strategy, perché una volta arrivati a Villa O’Higgins non ci saranno modi facili o rapidi per tornare a Puerto Montt o arrivare a un aeroporto da cui volare a casa.
Le opzioni possibili:
- ripercorrere tutta la strada a ritroso (ci vorrà minimo 4 giorni di viaggio visto che gli autobus da sud partono quando pare a loro)
- ripercorrerla almeno fino a Coyahique, e da li prendere un aereo per tornare al punto iniziale (soluzione più rapida, ma di nuovo ricordatevi che i bus da Villa O’Higgins verso nord…non partono mica tutti i giorni!)
- sempre da Coyahique, bus fino a Puerto Chacabuco e traghetto fino a Puerto Montt (24 ore, ma il meteo potrebbe dire no)
- passare dall’Argentina (vedi sezione Villa O’Higgins, richiede minimo 2-3 giorni) e da qui scegliere cosa fare (molte opzioni, ma dipende dal tempo a disposizione)
In sostanza:
se avete il tempo contingentato, la Carretera Austral richiede grande attenzione e pianificazione. Non è come un viaggio on the road negli USA dove viene via tutto facile e se proprio ti trovi nei guai strisci una carta, prendi un aereo e in un attimo sei dove ti pare. Con la Carretera Austral c’è da avere l’occhio lungo e stare molto in campana o si rischia di rimanere bloccati da qualche parte mettendo a rischio il volo di rientro.
Nota:
Spesso chi è a corto di tempo per ovviare a quanto detto sopra esce dal Cile all’altezza di Chile Chico (vedi mappa) e scende per il lato argentino lungo la Ruta 40. Certo, è più semplice viste le miriadi di connessioni che offre questo lato, ma vi annoierete a morte lungo la Ruta 40 e vi perderete la sezione sud della Carretera Austral, che è la più entusiasmante. Checché ne dicano quelli della Lonely Planet…non fatelo!
Leggi a questo proposito: Carretera Austral vs Ruta 40
Carretera Austral: si trovano Bancomat? Come pagare?
I centri principali hanno gli ATM, ma non fidatevi troppo. In alta stagione potrebbero rimanere a secco o potrebbero essere rotti proprio quando servono a voi. E non aspettatevi di pagare con carta di credito fuori dai centri più grandi (P. Montt e Coyahique).
Consiglio:
essendo un’area ultra sicura con delinquenza pari a zero, cambiate a P. Montt un bel gruzzoletto di pesos e andare avanti col cash. Se non lo perdete voi, nessuno ve lo porterà via, garantito.
Carretera Austral: cosa mettere in valigia
Di giorno farà caldo, di sera potrà fare anche molto freddo, soprattutto mano a a mano che scenderete verso Villa O’Higgins. Vestitevi sempre a strati con materiale tecnico, tanto non farete nessuna serata mondana una volta lasciata Puerto Montt.
Se andate in gennaio/febbraio non vi servirà la giacca a vento pesante, basterà una maglia termica, un pile e un antivento. E cascasse il mondo, non dimenticatevi un poncho antipioggia!
Se volete fare trekking vi consiglio di portarvi una tenda (leggera!) e materiale da campeggio, altrimenti sarete limitati. Tenete d’occhio il peso complessivo dello zaino, spesso dovrete portarvi dietro tutto (massimo 15% del peso corporeo). Se intendete dormire in tenda buttate dentro anche qualche capo termico e un sacco a pelo zero gradi.
Quindi ricapitolando:
- pantaloni tecnici
- calzini e scarpe da trekking (meglio passarci sopra uno spray impermealizzante)
- maglie sintetiche che si asciugano subito
- capi termici (se campeggiate)
- pile
- antivento
- poncho antipioggia
- cappello invernale
- cappello estivo/bandana
- occhiali da sole
- crema solare protezione 50 (importantissima, qui il buco dell’ozono non è leggenda, le radiazioni sono altissime durante la primavera/estate australe!)
- guanti
- ciabatte in plastica (anche per i guadi)
- materiale da campeggio (tenda, materassino, cuscino, fornelletto, pentolino, luce frontale)
- bastoni da trekking (straconsiglio se volete darvi seriamente al trekking)
- kit pronto soccorso e medicine (paracetamolo, antibiotico largo spettro, antibiotico per lo stomaco)
- repellente (in zona Pumalin ci sono delle bestie che vi daranno il tormento)
- toletta
- un cambio per eventuali serate mondane (molto eventuali) comprensivo di un paio di scarpe extra (gli scarponcini potrebbero inzupparsi oltre ogni decenza)
Ad ogni modo ripeto: cercate di stare il più leggeri possibile, anche se non fate trekking multi day vi capiterà spesso e volentieri di dover camminare per qualche chilometro per arrivare a destinazione…maledirete ogni grammo superfluo.
Non parlo spagnolo: avrò problemi a viaggiare per la Carretera Austral?
Non vi mentirò: sì, avrete dei problemi. Quaggiù si parla quasi solo spagnolo, soprattutto fuori dai centri più grandi. Uno spagnolo, anche estremamente base, vi salverà la pellaccia e vi semplificherà enormemente le cose (che rimarranno comunque complicate).
Se comunque conoscete l’italiano…mettete qualche ‘S’ alla fine delle parole e quasi sempre vi capiranno.
Carretera Austral: come entrare/uscire?
Ci sono diversi punti di accesso/uscita alla Carretera Austral. Non tutti sono passabili con macchina/camper/moto. I più utilizzati dai viaggiatori zaino in spalla:
- Puerto Montt: inizio della strada. Ci potete arrivare in bus o aereo da Santiago
- Puerto Chacabuco via Navi Mag: da Puerto Montt prendete un traghetto che in 24 ore vi porta nel cuore della regione dell’Aysen. Scenico e rapido, ma vi perdete tutta la sezione nord della Carretera. Il traghetto va prenotato con un certo anticipo e può essere cancellato per maltempo anche per più giorni di seguito
- Ingresso dall’Argentina via Chile Chico: da questo paesino di confine sulla sponda del lago General Carrera ci sono bus direzione Cochrane (sud) o Coyahique (nord). C’è anche un traghetto che porta a Coyahique. Il fatto è che sbucate più o meno a metà tracciato…quindi non è il massimo
- Ingresso dall’Argentina a Villa O’Higgins tramite trekking (ammesse biciclette, vedi sezione Villa O’Higgins per dettagli)
CARRETERA AUSTRAL: COSA FARE & COSA VEDERE
#1 – PUERTO MONTT
La Carretera Austral comincia a Puerto Montt. Cambiate pesos, verificate che non vi manchi qualcosa a livello di attrezzatura (tipo il gas del fornelletto), fate un salto al folcloristico rione dei pescatori (S. Angelmò) per sgranocchiare salmone impanato da un tavolinetto fronte oceano e magari regalatevi un’ultima serata mondana.
Mezza giornata in questa città che si affaccia sul Pacifico dovrebbe già bastarvi per familiarizzare con quel meteo volubile che vi accompagnerà verso sud, ma voi non spaventatevi se nel cielo ogni mezz’ora succede tutto e il contrario di tutto: qui inizia anche la Patagonia, da adesso si accetta quello che passa il convento.
Consiglio:
in alta stagione il bus che va verso sud si riempe molto velocemente, rischiate di non trovare posto. Fate come ho fatto io: quando prenotate dall’Italia il pernotto a Puerto Montt, chiedete al titolare della struttura di acquistare anche il biglietto per la vostra prima tratta (che sarà presumibilmente P. Montt – Chaiten).
#2 – CHAITEN
Parque Pumalin
Dopo ben due passaggi mare a bordo di due traghetti (dove il vostro bus si imbarcherà tra mille cigolii e sinistri clangori), ecco la prima grande star: il Parque Pumalin. Verdissimo, estesissimo e purtroppo piovosissimo.
La sensazione è che ci si trovi di fronte a un parco ancora in fasce e pertanto quasi sconosciuto, con pochissima gente e zero servizi, a parte una serie di nuovi campeggi tirati a lucido.
Diviso in due settori (nord/sud), è un paradiso per il trekking, ma un autentico inferno logistico per chi non ha un mezzo proprio. La logistica è comunque differente per la sezione nord e per la sezione sud.
Sezione nord (nord di Chaiten)
Questa sezione inizia a Caleta Gonzalo e si estende fino al villaggio di Chaiten, distrutto dall’eruzione dell’omonimo vulcano in epoca recente e nominato non a caso la Pompei patagonica. Oggi Chaiten è di nuovo abitato, ma i segni della devastazione sono evidenti.
I punti di accesso ai trail si snodano lungo la Carretera Austral in prossimità di altrettanti campeggi (comodo direte voi), ma non esistono mezzi pubblici che fanno da spola tra un campeggio e l’altro.
E anche il concetto di prossimità va interpretato con spirito patagonico: ad esempio il camping Volcano dove ho passato la prima notte dista ben 8km dall’inizio dell’omonimo trail…iniziate a capire vero? Se avete il vostro mezzo è tutto facilissimo, se siete un povero cristo appiedato diventa un calvario.
In quest’ultimo disgraziato caso le opzioni per visitare la parte nord sono sostanzialmente due:
- Fare base a Chaiten e da li cercare di capire come raggiungere i trail verso nord che vi interessano. Nel 2017 le uniche soluzioni erano fare autostop o affidarsi alle agenzie della zona per le escursioni (costoso). Qualcuno favellava anche di macchine dei ranger in continuo passaggio, francamente ne ho viste un paio ma non mi hanno caricato.
- Scendere nel campeggio più vicino al trail che vi interessa quando arrivate da Puerto Monnt. Da li pianificare i vostri successivi spostamenti, trail dopo trail, muovendovi verso Chaiten. Come? Beh camminando e intanto facendo autostop, prendendo ‘al volo’ uno dei rarissimi bus proveniente da nord (ammesso che abbia posto e che sia compatibile con gli orari dei trekking), ma anche sperando che ogni tanto passi la già citata macchina dei ranger e che vi carichi…auguri, non è facile per niente, ve lo confesso.
Sezione sud (El Amarillo)
Più facile muoversi da Chaiten verso El Amarillo (sezione sud), perché il bus che porta all’ingresso di El Amarillo parte proprio da Chaiten. Cosa non di poco conto: vuol dire che potrete riservare il vostro posto a sedere (insomma almeno per l’andata non sarà un bus da prendere ‘al volo’ col rischio di trovarlo pieno).
Calmate il vostro entusiasmo, tornare a Chaiten sarà più complicato…nessun bus parte da El Amarillo…arrivano tutti da molto, molto più a sud e potrebbero essere pieni.
Non aspettatevi comunque che il bus vi lasci all’inizio dei sentieri: anche qui ci sarà da camminare e a volte manco poco.
Consiglio:
il Pumalin (specie nella sezione nord) è il classico caso in cui conviene chiedere un passaggio nei parcheggi agli imbocchi dei trail. Alzando il dito per strada ho rimediato soltanto un mare di polvere…
Sentieri del Parque Pumalin
Trovate i dettagli sui sentieri del parco e la dislocazione dei campeggi nella mappa in questa pagina.
Tutti i trail sono ben marcati e non necessitano di guide (difficoltà variabile). Notate comunque l’estensione del parco e immaginatevi quanto possa essere complicato passare da un trail all’altro senza una macchina.
Dopo un attento studio, vista la logistica proibitiva ho deciso di dedicarmi solo a 3 trail:
- Volcano trail (settore nord, scendendo nei pressi del campeggio omonimo mentre arrivavo da Puerto Montt)
- Ventisquero Amarillo trail + Mirador trail (settore sud, facendo base da Chaiten)
La mia preferenza va senza dubbio alla combo Ventisquero Amarillo trail + Mirador trail. Impegnativa a livello logistico e stremante a livello fisico, questa incursione nel cuore del settore sud del Pumalin arriva al cospetto del ghiacciaio Michinmahuida (alla base dell’omonimo vulcano).
Il Ventisquero Amarillo trail si snoda attraverso una valle glaciale che a seconda di come gira il meteo può sembrare un angolo di inferno o l’anticamera dell’eden ma prima di cominciarlo dovrete arrivare (e pernottare) al camping Ventisquero. Sulla via per il camping potrete allungare integrando anche il Mirador trail (consigliato anche se spacca gambe).
La faccenda è sfinente non tanto per il Minchimanhuida trail in sé (lungo 20km ma facile), quanto perché l’escursione nel suo complesso ha una logistica straziante spalmata su due giorni. Ma se avete una tenda e gambe buone, non potete davvero perdervelo. Ecco come impostarlo:
- prendete a Chaiten il bus che vi porta fino alle porte di El Amarillo
- camminate circa 10km (carichi come somari, in salita, grandiose vedute se integrate il Mirador trail, se non lo integrate i km sono circa 8) fino allo scenicissimo camping Ventisquero. Qui vi attendono: vista strepitosa sulla valle glaciale e sul vulcano Michinmahuida, curatissimo prato inglese, pergolati per cucinare, bagni. Tutto sfavillante. Se integrate anche il Mirador trail quei 2 km in più saranno con elevato guadagno altimetrico, e considerato che starete carreggiando l’attrezzatura da campeggio sarà una bella sfacchinata. Potete provare a fare autostop all’ingresso del parco e salvarvi le gambe per il giorno dopo, ma non contateci troppo
- piantate la tenda, cucinate un pasto sotto al quincho (pergolato) e pernottate (probabilmente sotto la pioggia)
- svegliatevi la mattina presto per partire prima che arrivino quelli dotati di mezzo proprio
- fatevi i 10 km per giungere al fronte del ghiacciaio + 10km per tornare al campeggio (fattibile in 5/6 ore perché in pianura). Nelle prime ore la valle glaciale potrebbe essere immersa nelle nebbie più estreme che abbiate mai visto, ma sarà impossibile perdersi: dovete solo tirare dritti e sperare che il meteo volga al meglio giunti al cospetto delle nevi eterne
- una volta tornati impacchettate tutta l’attrezzatura ma prima godetevi un po’ la vista dal campeggio. Se ci sarà il sole non vorrete più venire via
- tornate alla strada ripercorrendo i km dell’andata (o facendo autostop, provate a chiedere come sempre nel parcheggio)
- trovate il modo di tornare a Chaiten* (io ho fatto autostop assieme a un brasiliano)
Insomma una botta di quasi 30km in un giorno solo, di cui 1/3 con lo zaino carico di tutta l’attrezzatura. Tremendamente impegnativo nel suo complesso, ma stravale ogni caloria spesa e ogni crampo.
Mappa del sentiero per arrivare al Camping e varianti (non la troverete sul sito ufficiale, è una foto che ho fatto io all’ingresso):
*Alternativa:
se ve la giocate bene, potreste proseguire da El Amarillo direttamente verso la vostra prossima tappa senza tornare a Chaiten. Finito il trekking dormite a El Amarillo (cabanas/camping) e prendete il bus la mattina successiva, ma assicuratevi di aver comprato il biglietto per questa tratta prima di aver lasciato Chaiten o potreste non trovare posto!
Quasi dimenticavo: sia i campeggi della sezione nord che l’ingresso al parco sono gratuiti. Ho il sospetto che questa cosa cambierà non appena il turismo di massa punterà il suo sguardo torvo verso la Carretera Austral.
In definitiva ottimo ed economicissimo il Parque Pumalin, ma senza macchina richiede davvero pianificazione, energie e determinazione incrollabile.
Sito ufficiale del Pumalin con descrizione sentieri, servizi e informazioni qui.
Racconti di viaggio sui miei giorni al Parque Pumalin:
Parte 1
Parte 2
Parte 3
#3 – FUTALEUFU’ (deviazione)
Una prima deviazione dal tracciato della Carretera Austral, assolutamente un must per gli amanti degli sport acquatici su fiume. Circondato da montagne e foreste, Futaleufù è un piccolo villaggio montano col feeling della cittadina di frontiera, un angolo di mondo fatto per chi ha voglia di lanciarsi in attività outodoor (soprattutto rafting/kayaking).
Aspettatevi come sempre alte possibilità di pioggia, ma se tanto venite qui per buttarvi giù per un fiume su un gommone…avrete già messo in conto di bagnarvi e manco poco.
Ci si può arrivare in bus relativamente facilmente sia da nord che da sud (da controllare sempre gli orari/giorni di percorrenza). Da qui se avete un vostro mezzo potrete anche passare in Argentina.
4 – PUYUHUAPI
Facendo base nel piccolo villaggio di Puyuhuapi si possono raggiungere altre due note attrazioni della sezione nord della Carretera Austral: il Parque Queulat e il Bosque Encantado.
Il villaggio di pescatori si affaccia su un fiordo, molto pittoresco, ed è possibile sgranchirsi le gambe nei dintorni. Il problema è che le probabilità di trovarci bel tempo è la stessa di riuscire a scriverne correttamente il nome alla prima botta.
A Puyuhuapi piove quasi sempre e le strade possono essere piene di fango, d’altronde quel verde accecante avrà pure bisogno di acqua.
Parque Queulat
Il Parque Queulat offre la possibilità di vedere da un mirador un ghiacciaio, il cosiddetto Ventisquero Colgante (ghiacciaio sospeso). Il trekking per arrivare al punto di osservazione non è molto impegnativo (un paio d’ore andata tutta in salita e un’ora in discesa) e si snoda dentro a una fitta foresta pluviale a cui si accede dopo aver attraversato un gigantesco ponte sospeso su un fiume che al mio passaggio scorreva imbestialito sotto una pioggia battente.
Purtroppo il tempo inclemente mi ha precluso una buona visuale del ghiacciaio, rimasto quasi sempre nascosto dietro alle nubi cariche d’acqua, ma da quel che ho capito si tratta di ben poca cosa se paragonato a quello che troverete scendendo di latitudine.
Non ci sono mezzi pubblici con origine da Puyuhuapi per arrivare all’entrata del parco, se non avete una macchina vi conviene appoggiarvi a un’escursione di qualche agenzia di Puyuhuapi o Puerto Cisnes, relativamente economiche. Oppure tentare autostop.
Consiglio: le agenzie da Puyuhuapi prevedono un ritorno in tarda serata e con molta, molta calma. Se vi stanno piovendo addosso litri e litri di pioggia cercate di scroccare un passaggio nel parcheggio per tornare prima in paese, non ha senso rimanere così a lungo nel parco.
Volete mia opinione schietta? Eccola: con tutto quello che ha da offrire la Carretera Austral in termini di parchi e ghiacciai, credo che del Parque Queulat e del Ventisquero Colgante potreste fare tranquillamente a meno.
Bosque Encantando
Il Bosque Encantado (bosco incantato) è un altro celebre hike che attraverso un bosco (che come indica il nome sembra uscito da qualche fiaba) vi porta a una laguna glaciale.
Ci ho messo un’ora e venti a salire e una a scendere (4 km), ma avevo poco tempo, voi prendetevela più comoda perché è merita tantissimo.
Il Bosque Encantado sembra davvero una foresta magica, tra piante dalle forme bizzarre, ruscelli, attraversamenti di fiume, fiori e alberi giganteschi di un verde psichedelico; sarà che ho avuto la fortuna di beccare una giornata fantastica, ma mi è sembrato decisamente più avvincente e intrippante della foresta del Queulat.
In una giornata di sole quello che troverete arrivati in cima sarà degno di un quadro: la laguna è di un turchese elettrico, alimentata dalle nevi eterne che si sciolgono in rivoli e cascatelle da un fronte di ghiaccio screziato di verde, azzurro e blu.
Un’escursione che regala moltissimo con poco sforzo, sebbene per arrivare qua non esistano come al solito mezzi pubblici. Ho usato l’autostop da Puerto Cisnes (vedi sotto), ma troverete sicuramente agenzie da Puyuhuapi.
Oppure potreste beccare qualche bus giornaliero che scende da nord o sale da sud, ma c’è la solita incognita del posto riservato e ci sarà da camminare per arrivare al sentiero. Se optate per questa soluzione consiglio di chiedere gli orari a Puyuhuapi/P. Cisnes vista la loro variabilità (e inaffidabilità).
EDIT: a febbraio 2020 il Bosque Encantado risulta irraggiungibile causa lavori per apertura di un nuovo sentiero. Nessuno sa quando sarà completato (su preziosa segnalazione di Sandro di thejaunter.com)
#5 – PUERTO CISNES (deviazione)
Una deviazione dal tracciato della Carretera (34km) che ho trovato sfiziosa, raggiungibile una volta tanto coi mezzi pubblici. Puerto Cisnes è un altro villaggio di pescatori che si affaccia su un fiordo sull’oceano Pacifico, ipnotizzante al tramonto e circondato da montagne ricoperte di fitta vegetazione.
L’ho preferito a Puyuhuapi, sia come location che come atmosfera.
Ho deciso di deviare qui per partecipare alla festa costrumbrista del pesce fritto, una manifestazione folclorista a tratti indecifrabile (almeno per me). Il pezzo forte della festa è una processione surreale dove la popolazione aspetta trepidante (quasi morbosamente) l’arrivo dal mare di una casa galleggiante, che viene trasportata su una piccola imbarcazione. La cosa assurda è che poi questa casa di legno viene fatta muovere per tutto il paese con una sorta di folle tiro alla fune collettivo, accompagnato da canti e balli popolari.
Non solo non sono riuscito a capire se Minga fosse il nome della processione, della casa o di entrambe, ma non sono manco riuscito a vedere l’ombra di un pesce fritto (che si preannunciava gratis per tutti), nonostante sia rimasto lì quasi due giorni. Niente pesce a scrocco insomma, solo una succosa fetta di folclore patagonico.
Ecco il mio resoconto di quella festa assolutamente fuori di testa.
Da Puerto Cisnes diverse agenzie offrono escursioni sia a Bosque Encatando che a Queulat.
#6 – COYAHIQUE
Dopo Puerto Montt, è l’unico ‘grande’ centro abitato della Carretera Austral, nonché il più grande hub trasporti. Divide anche idealmente la Carretera Austral in due parti, spesso sentirete parlare sezione nord e sezione sud proprio con riferimento a Coyahique. Ultimissima possibilità di una serata relativamente mondana prima di lanciarvi nel cuore della selvaggia Patagonia cilena.
Consiglio:
se dovete comprare qualcosa, fatelo qui, perché scendendo costerà tutto di più e troverete sempre meno. Fate buon uso della piccola stazione di Coyahique, potrebbe essere il vostro tesoretto a livello logistico: se siete sicuri del vostro itinerario non è una cattiva idea comprare subito i vostri biglietti, i posti saranno numerati e pertanto riservati.
Lungi da me istillarvi l’idea di pianificare tutto e subito, ma se volete mettere in cassaforte una exit strategy dalla Carretera Austral…da Coyahique lo potete fare relativamente facilmente, traghetto, bus o aereo che sia. Ad ogni modo, in alta stagione prenotate lo spostamento verso la tappa successiva appena scendete a Coyahique, datemi retta.
Nelle due volte che sono passato per Coyahique ho sostato solo per un pit-stop tecnico (materiale da campeggio e biglietti), ma potete fare diverse escursioni nei dintorni (avvistamento condor, trekking nella riserva Coyahique) o affidarvi a costose agenzie per visitare il ghiacciaio San Rafael (fattibile comunque anche da Puerto Rio Tranquillo a prezzi più contenuti).
Non perderei troppo tempo qui comunque, perché quello che arriva da Coyahique in giù assomiglia parecchio a un sogno a occhi aperti, ma vi richiederà tempo ed energie.
#7 – VILLA CERRO CASTILLO
Ah, Villa Cerro Castillo, mia croce e delizia! La prima volta che sono passato di qua è stato un vero incubo a livello logistico, sembrava non ci fosse modo di fuggire da questo minuscolo paese attraversato dalla Carretera Austral.
E non a caso non credo di aver mai visto così tanti autostoppisti accatastati in così poco spazio, a competere per ore e ore sotto al sole cocente per un passaggio. Una tenacia da guinness.
Questi due brevissimi racconti la dicono lunga su come funzionano le cose a livello trasporti in questa sezione della Carretera Austral, che qui mostra davvero il suo lato più sfacciatamente ostico:
Parte 1
Parte 2
Ma è davvero una fermata che vale la pena di fare, soprattutto se siete maniaci del trekking.
Trekking Cerro Castillo (4 giorni, 63km,difficile)
A Villa Cerro Castillo, minuscolo paesino a pianta quadrata, si viene per fare trekking, di quello tosto, e scalate. Il circuito principale prevede 4 giorni di cammino (62km, quasi ad anello) attraverso gli impervi sentieri del Cerro Castillo (2675), la montagna che domina la zona con il suo riconoscibilissimo profilo seghettato. Esiste anche una versione ridotta del circuito, che può essere accorciato a 43km da coprire in 3 giorni.
La logistica è come al solito maledetta, perché il trail parte 28km km fuori da Villa Cerro Castillo (e finisce in paese), ma di bus dedicati manco a parlarne. Dovrete arrangiarvi in loco chiedendo un passaggio alla struttura dove alloggiate o facendo autostop. Quanto al trekking, non esiste assolutamente nulla lungo il percorso, solo spartani campeggi dove piantare la tenda. Dovrete naturalmente provvedere anche al cibo per tutti i giorni di cammino. Non contate sui cellulari, sarete in mezzo al nulla.
Un circuito che nel prossimo futuro diventerà una validissima alternativa all’ormai invivibile Torres dal Paine. Andateci (ma organizzati!) finché è ancora possibile gustarlo in santa pace.
Ricordatevi: col Cerro Castillo non si scherza nel modo più assoluto, il tempo cambia in di continuo e fretta, ci può essere neve anche in estate, sarete isolatissimi da tutto e da tutti. Questo è un trekking per esperti, non improvvisate nulla.
Giusto nel 2014 è morta una ragazza per ipotermia e da allora è stata prevista un’uscita di emergenza dal circuito (che vi permette appunto di accorciarlo a 3 giorni).
Per informazioni sul circuito:
Wikiexplora – Circuito Cerro Castlillo (ENG)
Trekking Laguna Cerro Castillo (giornata intera, medio/difficile)
In alternativa si può fare il trekking di un solo giorno che parte poco fuori dal villaggio e che porta alla laguna glaciale turchese che sorge sotto le guglie del Cerro Castillo, semplicemente strepitosa. Posso assicurare che vale davvero la pena. Un percorso impegnativo che vi porterà via l’intera giornata e vi lascerà provati visto il dislivello e il terreno a tratti abbastanza tecnico.
Potete chiedere informazioni su questa escursione in paese, lo conoscono tutti.
Anche qui attenzione: il meteo cambia in fretta e quando si incarognisce non guarda in faccia a nessuno…siete a quasi 3000 metri in Patagonia!
Altre attività:
Museo Escuela, Paredon de los manos (sito archeologico), escursioni a cavallo nel Reserva Nacional Cerro Castillo
#8 – PUERTO RIO TRANQUILLO
Altra tappa tanto ricca di attrattive, quanto terribile sotto il profilo logistico. A meno che non arriviate diretti da Coyahique (il che significa saltare Villa Cerro Castillo), trovare un bus che vi lasci qui può farvi tracimare la bile.
Per non parlare del riuscire a scappare da qui…come detto in apertura parlando di mezzi pubblici, questa zona è un colabrodo a livello di connessioni.
Consiglio:
se siete a Villa Cerro Castillo e volete arrivare a P. Rio Tranquillo, la cosa migliore è telefonare a uno dei pochissimi shuttle bus che coprono la tratta Coyahique – P. Rio Tranquillo e riservare un posto il prima possibile. Trovare i volantini in giro per Villa Cerro Castillo e a Coyahique. Funziona, ma sono cari e si riempono subito!
Comunque, le cose da fare a Puerto Rio Tranquillo sono tante e si possono organizzare appena scesi nel paesino che si affaccia sul lago General Carrera, uno degli specchi d’acqua più ispiranti che abbia mai visto, con le sue acque cobalto che si confondono con l’azzurro cielo e l’orizzonte dominato da una serie cime innevate.
Cattedrale di marmo (Capilla de Marmol)
Caverne e grotte di marmo scavate dalle acque glaciali del lago, un tripudio di colori tra rosa, azzurro, viola, verde e giallo dove la roccia sembra fusa in una creazione di qualche scultore che ha esagerato con l’LSD. Gaudì avrebbe sicuramente approvato.
In caso di maltempo potrebbero deludervi, ma col sole raggiante sarà un’esplosione psichedelica: la rifrazione della luce e i riflessi sulla roccia dell’acqua in movimento renderanno le cave di marmo qualcosa di vivo.
Potete fare escursioni di gruppo in barca o esplorare le grotte pagaiando sul kajak (costoso ma sicuramente più sfizioso).
Ghiacciaio Exploradores
Eccellente escursione con ramponi sul ghiacciaio, non esattamente economica (niente qui lo è). Non facilissima, ma nemmeno particolarmente difficile, si richiede forma fisica decente e passo sicuro su terreno sconnesso (si cammina sulla morena del ghiacciaio prima di arrivare a mettere i ramponi).
Se lo ritiene sicuro, la guida potrebbe anche farvi entrare in qualche grotta di ghiaccio, gran figata. Pranzo al sacco da consumare sul ghiacciaio incluso.
Ghiacciaio San Rafael
Uno dei ghiacciai più impressionanti di tutta la Patagonia. L’escursione in barca è cara ma permette di trovarsi a tu per tu con un fronte di ghiaccio molto esteso, senza dover mai alzare le chiappe dalla barca (cosa che per qualcuno può essere un indiscutibile plus).
Ghiacciaio Leones
Ecco un altro ghiacciaio visitabile da qui, ma potreste farlo anche da Puerto Guadal (deviazione direzione Chile Chico). In realtà l’operatore che gestisce l’escursione è basato proprio a Puerto Guadal, ma è previsto un servizio che passa anche a Puerto Rio Tranquillo. L’escursione costa circa la metà di quella al San Rafael, il solito problema sarà però raggiungere un numero minimo di partecipanti per dividere la quota.
Meno esteso e meno battuto del San Rafael, richiede 3-4 ore di trekking (facile) e qualche sbattimento a livello logistico, ma offre un’esperienza più intima.
Altre attività
Camminate e cavalcate nei dintorni del lago, pesca, strenua lotta tra autostoppisti
#9 – CHILE CHICO (deviazione)
Questa è una deviazione che passa lungo la strepitosa sponda meridionale del lago General Carrera, assolutamente rimarchevole dal punto di vista paesaggistico. Molti viaggiatori usano questa deviazione come via di fuga dalla Carretera Austral, altri usano Chile Chico come punto di ingresso al Cile.
Da Chile Chico si possono fare diverse cose molto interessanti, il problema è che poi ritornare sul tracciato della Carretera (115km) richiederà tempo e organizzazione visto che le connessioni sono scarse, con piccoli bus che corrono a giorni alterni e che si riempono prima di subito. Quanto all’autostop, questa è una delle sezioni più tragiche per chi si affida al dedo.
La star della zona è la logisticamente frustrante Reserva Jeinemeni, ma tutti i dintorni sono favolosi e le attività abbondano nei pressi del magnifico lago.
Reserva Jeinimeni
M’è rimasta davvero sul gozzo. Non sono riuscito ad arrivarci: non esiste uno straccio di mezzo pubblico per coprire i 55km che separano Chile Chico dall’entrata della riserva e le agenzie/taxi in città ti staccano cifre astronomiche per i transfer.
Non sono nemmeno riuscito ad aggregarmi a qualche altro disperato per abbattere i costi, sembrava che fossi l’unico matto disposto ad addentrarsi in questo angolo remoto di Patagonia.
Il mio obiettivo era il trekking Valle Aviles (3 giorni, 47km) che arriva fino al neonato Parque Patagonia, zona Cochrane (vedi più avanti). Sarebbe stato un modo eccellente per arrivare alle porte della successiva fermata della Carretera Austral, gustandomi il passaggio dal rigoglioso scenario alpino di Chile Chico a quello dell’arida Valle Chacabuco, lontano dalle folle, in assoluta pace e solitudine. E invece nada.
Questo trail prevede due pernotti in tenda in altrettanti camping spartani, bisogna quindi portarsi tutto l’occorrente compreso il cibo. Il percorso può essere affrontato anche in senso inverso.
Nota bene: il trek finisce alla Casa Piedra, un campeggio che dista ben 25km dall’uscita/entrata del Parque Patagonia, la quale a sua volta dista ben 28km da Cochrane che è la cittadina più vicina. Quindi se non c’è un mezzo ad aspettarvi a Casa Piedra, non è che una volta finiti i 3 giorni di sgambata siete a Cochrane…tutt’altro.
Dovrete prevedere un altro pernotto in tenda a Casa Piedra e poi una giornata di cammino per coprire i 25km fino all’uscita del parco…e da li trovare un modo per arrivare Cochrane, tipo:
- chiamare un taxi (costoso)
- camminare fino alla Carretera Austral (11km) e da li tentare autostop o sperare di prendere al volo il bus per Cochrane che proviene da nord…auguri.
Suggerimento:
quando siete a Chile Chico contattate i ranger all’indirizzo mail riportato nel sito ufficiale del Parque Patagonia. Se siete un numero che reputano sufficiente potrebbero venire a prendervi a Casa Piedra nel giorno prestabilito per portarvi all’uscita o addirittura alla congiunzione con la Carretera Austral, risparmiandovi così rispettivamente 25km o 36 km!
Ad ogni modo, un modo più semplice c’è: se siete in gruppo alcune agenzie vi possono guidare per l’intero circuito da Chile Chico fino a Casa de Piedra, e credo possano arrangiare per voi anche la logistica in uscita fino a Cochrane…ma non oso immaginare i prezzi.
Oltre a questo trail esistono altri brevi sentieri più abbordabili attorno allo scenicissimo lago Jeinimeni.
Come spiegato nella sezione dedicata a Cochrane, c’è un progetto in corso che prevede la fusione di Reserva Jeinimeni, Reserva Tamango e Parque Patagonia che darà vita a un unico gigantesco parco. E statene certi, diventerà nei prossimi anni l’alternativa n.1 al Torres del Paine assieme a Cerro Castillo.
Informazioni dettagliate sul circuito di 3 giorni:
WikiExplora – Circuito Valle Aviles (ENG)
Altre attvità
Diverse agenzie organizzano escursioni alla riserva, verso ghiacciai più remoti e percorsi poco battuti, alla Capilla de Marmol. Possibilità di pesca e cavalcate.
#10 – COCHRANE
Andando verso Cochrane il paesaggio cambia completamente faccia. Il verde accecante si arrende all’ocra, il panorama si fa più arido fino a ricordare alcune zone dell’Arizona, del New Mexico o dello Utah.
Fiumi turchesi solcano canyon, laghi di un azzurro elettrico sbucano dietro le curve quando meno te lo aspetti, nei campi e sui pendii i guanacos brucano quei rari cespugli sfuggiti al sole spietato dell’estate australe: entrambe le volte che ho percorso questa sezione della Carretera Austral avrei voluto chiedere all’autista di fermarsi, anche solo per un attimo.
E invece niente, lui ti scarica a Cochrane, cittadina che sembra un set di cinema spaghetti-western, un villaggio di frontiera che più di frontiera non si può, dove potresti trascorrere giorni e giorni a esplorare i dintorni, cavalcare, pedalare, pescare e manco a dirlo…a fare trekking.
Reserva Tamango
Un posto fantastico dove piantare la propria tenda e fare trekking per 2-3 giorni praticamente in solitudine. Economicissimo, si trova poco fuori Cochrane (6 km, che volete che siano). Naturalmente niente bus, a limite tentate un autostop, ma la camminata è piacevole.
Ci sono diversi sentieri ben segnalati, le vedute del lago e del fiume dall’alto sono veramente strepitose, così come alcune lagune sull’altipiano. Una gemma visitata da pochissime persone, ma non credo la pacchia durerà a lungo.
Se volete fare più giorni di trekking e non avete attrezzatura da campeggio dovrete tornare ogni sera a Cochrane.
Informazioni sui trail:
Wikiexplora – Reserva National Tamango (ESP)
Parque Patagonia (valle Chacabuco)
Sembra impossibile che possa esistere un parco del genere.
Nuovo di zecca.
Con strutture ricettive degne di un grande parco americano tra ristoranti, lodge e campeggi sfavillanti.
Con trail ben marcati e superbamente mantenuti.
Eppure quasi completamente deserto.
Le ragioni sono che (come già detto) questo parco si trova in mezzo al nulla, fuori dalla Carretera Austral (11km) e distante da Cochrane (28km), e non ci sono mezzi pubblici per arrivarci.
Ufficialmente il Parque Patagonia è un progetto in corso, come accennato sopra arriverà a compimento quando si fonderà con la Reserva Tamanago e la Reserva Jeinimeni (Chile Chico). Già adesso però se ne parla come Parque Patagonia (sia dentro che fuori del parco), sebbene la Reserva Tamango e quella Jeinimeni siano ancora identificate col loro nome. Casinisti questi cileni.
Ad ogni modo, l’equazione finale sarà:
Reserva Jeinimeni + Valle Chacabuco + Reserva Tamango = Parque Patagonia completo
Nomenclatura a parte, il problema è sempre lo stesso: riuscire ad arrivare all’entrata del parco.
A quanto pare ancora oggi solo chi ha una macchina riesce ad accedere facilmente a questo super parco che emette solo ora i primi vagiti, con l’ovvia fregatura che se volete arrivare a Chile Chico con il già menzionato Valle Aviles trail…poi vi toccherà venire a riprenderla quella maledetta macchina.
In alternativa:
- navette di agenzie private da Cochrane che partono solo raggiunto il numero minimo di partecipanti e solo in certi giorni
- taxi che ti dissanguano, quasi improponibile per chi viaggia da solo e in economia
A febbraio 2017, conti alla mano stavo per rinunciare…ma poi ho trovato un trucchetto, cioè unirmi alla navetta che trasporta i lavoratori residenti a Cochrane fino al parco. Mi hanno anche riportato indietro, senza chiedermi un centesimo. Non so quanto durerà ma nel mio caso ha funzionato. Voi chiedete di ‘Claudio che lavora al Parque Patagonia’ come ho fatto io, dovrebbe andare tutto bene (vedi questo racconto di viaggio).
I trail del parco sono per ora 6 (dettagli qui), ma senza un mezzo la cosa si fa proibitiva perché i sentieri sono distantissimi l’uno dall’altro e il parco non ha navette interne.
La mia scelta è ricaduta sul trail che parte relativamente vicino ai quartieri generali del parco, il sentiero Lagunas Altas (23km, 6-8 ore, difficoltà media): si è rivelato un vero highlight del mio viaggio. Vedute superbe dell’arida Valle Chacabuco, picchi innevati all’orizzonte e una laguna altiplanica da rimanerci per sempre. Miei unici compagni in quelle 6 ore un’infinità di guanacos brucanti e uccelli canterini. Massimo dei voti.
A trovare il modo di farlo, anche qui il pezzo forte sarebbe il circuito Valle Aviles fino alla Reserva Jeinimeni, stesso percorso descritto nella sezione Chile Chico ma fatto in senso inverso (con la differenza che dovrete studiare una logistica in uscita fino a Chile Chico, faccenda persino peggiore visto che non ci sono mezzi pubblici e il traffico veicolare è scarsissimo. Tradotto: con ogni probabilità vi servirà un costosissimo transfer/taxi da Chile Chico.)
Il punto che mi preme sottolineare è mentre si cammina in fila indiana e ci si accoltella per un metro quadrato libero a Torres del Paine e a El Chalten (Argentina), qui c’è uno uno dei parchi più belli dell’intero Sud America, dove però non c’è praticamente anima viva.
Link al sito ufficiale del Parque Patagonia qui.
Altre attrazioni
Ghiacciaio Calluqueo, cascate Melizzos, cascate El Salto, cavalcate, bicicletta, pesca
Brevi racconti delle mie giornate a Cochrane, Reserva Tamango e Parque Patagonia:
Parte 1
Parte 2
#11 – CALETA TORTEL (deviazione)
Tutti vanno pazzi per Caleta Tortel, io per niente. L’ho trovata noiosa e tremendamente costosa, ma è sicuramente un luogo unico nel suo genere.
Caleta Tortel è un villaggio di pescatori che si sviluppa su un’insenatura: qui non esistono strade, ma si cammina sopra le acque turchesi di questo fiordo tramite un articolato sistema di passerelle in legno.
Bello? Divertente? Particolare? Decidete voi, io mi sono annoiato a morte e non vedevo l’ora che il bus ripartisse.
Tutto intorno relitti di imbarcazioni che contribuiscono a dare più che altro un’atmosfera decadente. Immagino che il meglio Caleta Tortel lo potrebbe dare avvolta nelle nebbie, almeno per gli amanti di certe suggestioni.
Da Caleta Tortel potete prenotare carissime escursioni in barca ai ghiacciai Montt e Steffen (quest’ultimo richiede anche 14km di trekking) o visitare la Isla de los Muertos dove sorge un cimitero su cui gli abitanti hanno ricamato una storiella sinistra. Non ho avuto modo di verificare se le escursione ai ghiacciai fossero valide come dice qualcuno, posso solo confermare che costano un rene e che richiedono un numero minimo di partecipanti consistente (si organizzano anche da Cochrane).
Gli alloggi e i ristoranti sono pochi e cari, per chi vuole pernottare c’è però uno spartano camping dove gli squattrinati piantano le tende (portatevi le provviste da Cochrane).
Che dire? Gli autobus da Cochrane o da Villa O’Higgins bene o male ci sono, voi un salto fatecelo…ma da queste parti, almeno se vi limitate alle passerelle come ho fatto io e come fa la stragrande maggioranza dei backpacker, c’è sicuramente di meglio.
#12 – VILLA O’HIGGINS E OLTRE (VERSO EL CHALTEN)
Che emozione, ma anche che faticaccia, arrivare alla fine della Carretera Austral. Villa O’Higgins è remota, isolata, fredda, spazzata da venti gelidi. Arrivarci da Cochrane richiede parecchie ore di sterrato (6-7 ma anche 8) a bordo di un piccolo furgoncino che a Puerto Yungai si imbarca su uno vecchio traghetto per passare uno stretto sul fiordo Mitchell.
Ha veramente il feeling di un villaggio alla fine di qualcosa Villa O’Higgins, immersa in quella luce cristallina tipica di queste latitudini, remota e isolata da tutto, spartana e essenziale nei servizi, coi suoi minuscoli mini market bui e freddi che offrono la metà delle cose di Cochrane ma a prezzo quasi raddoppiato.
Che fare a Villa O’Higgins? Beh intanto salite sul mirador del villaggio e godetevi il panorama dominato da vette innevate e ghiacciai. Chiacchierate con gli abitanti che incontrate per le vie, qui tutti vorranno sapere qualcosa di voi, perché questa è gente che vede pochissimo turismo e solo per una manciata di giorni l’anno.
Poi gambe in spalla, ci sono da esplorate i suoi selvaggi dintorni tramite sentieri che conducono ad altri mirador (chiedete in piazza all’oficina de turismo, ma non aspettatevi mappe o efficienza svizzera…diciamo più una chiacchierata di paese con un autoctono).
Se avete budget c’è l’escursione in barca sul lago O’Higgins alla scoperta dell’omonimo ghiacciaio, ma soprattutto…c’è da sconfinare in Argentina con uno degli attraversamenti di confine più avventurosi di sempre.
Se arrivate fin qui e non avete il fardello dell’automobile…dovreste davvero provarlo.
Sconfinamento Villa O’Higgins/El Chalten via trek (Cile/Argentina)
L’attraversamento di confine di sviluppa in 4 fasi:
- Villa O’Higgins – Candelario Mancilla tramite bus + barca attraverso il lago O’Higgins (possibilità di integrare la visita del ghiacciaio ma richiede un pernotto in più presso un lodge, naturalmente tutto molto costoso)
- Candelario Mancilla – Sponda nord Lago Desierto (Argentina) tramite trekking (23km, giornata piena). Se siete a corto di tempo potete usare i servizi logistici del sig. Levican che vi porterà in macchina o cavallo fino al confine da cui poi dovrete comunque camminare 6km fino al Lago Desierto (chiedete all’agenzia Robinson Crusoe in paese, proveranno a fare il possibile)
- Traghetto (1.5 ore) o trekking (10km, 5 ore, difficile con dislivello su terreno tecnico) fino alla sponda sud del Lago Desierto
- Autobus fino a El Chalten (40km, 2 ore circa, costoso)
Si può fare in entrambi i versi, anche in bicicletta, ma come detto nessun mezzo meccanizzato è ammesso. L’attraversamento senza servizi logistici (cavallo o macchina) richiede minimo 2 giorni ma dovrete considerarne anche 3, perché i traghetti potrebbero non partire causa maltempo. A dire il vero c’è gente che ha preso tanti di quegli schiaffi meteo dalle parti del Lago Desierto che dopo una settimana di attesa ha rinunciato ed è tornata indietro.
Eh già, la Patagonia quaggiù quando mena, mena veramente forte.
Potreste decidere di dormire a Candelario Mancilla (c’è anche un ostelletto gestito dal solito sig. Levican) o piantare la tenda sulla sponda nord del Lago Desierto, dipende dai vostri tempi. Certo è che si vi appoggiate all’agenzia di Villa O’Higgins (Robinson Crusoe) o a quella di El Chalten (Chalten Travel, se provenite dal senso inverso) vi facilitate di molto la vita perché saranno loro a prenotarvi i due traghetti e i bus.
Soprattutto il bus finale fino a El Chalten può creare rogne, quindi se siete a corto di tempo il mio suggerimento per una volta tanto è: affidatevi a un’agenzia e semplificate il semplificabile.
C’è da dire che così la faccenda diventa costosa, tra tutto vi partiranno sicuramente più di 130 euro. Il modo per risparmiare c’è, ma richiede come sempre tempo e fatica. Eccolo:
- Usare una delle lance private per attraversare il lago O’Higgins fino a Candelario Mancilla. Chiedete in paese a chi rivolgervi o provate con questi:
- Camminare fino alla sponda nord del Lago Desierto e piantare una tenda (23km)
- Svegliarvi e percorrere i 10km che vi separano dall’altra sponda (5 ore, difficile)
- Fare autostop fino a El Chalten
Per maggiori informazioni su Villa O’Higgins e l’attraversamento del confine:
www.villaohiggins.com
www.robinsoncrusoe.com (informazioni e prenotazioni)
Ok sono in Argentina: e adesso?
Adesso siete a El Chalten, nella capitale del trekking argentino, con sentieri splendidi ma intasati di gente. Eh sì, la pacchia è finita, avrete più comodità e servizi, ma in gennaio e febbraio camminerete spesso in fila indiana.
Da qui tante opzioni, ma le più gettonate sono scendere verso El Calafate e visitare il Perito Moreno, il ghiacciaio più famoso d’Argentina. Da qui potete tornare verso nord con un volo (vi sconsiglio il bus, 24 tragiche ore di noia mortale sulla Ruta 40).
Ma se avete tempo dovreste davvero scendere ancora per sconfinare di nuovo in Cile arrivando a Puerto Natales e buttarvi sui circuiti di sua maestà Torres del Paine: splendido, vastissimo ma purtroppo straripante di escursionisti (almeno nel ‘W circuit’, il trekking multiday più battuto, modulabile in 4-5-6 giorni a seconda delle vostre forze, dei vostri tempi e purtroppo dei vostri soldi).
E poi? Beh da li…o muovete verso Usuhaia/Punta Arenas, alla volta della la fine del mondo australe nella Tierra del Fuego, o saltate su un traghetto NaviMag (costosissimo ma scenicissimo, 4 giorni) per tornare…a Puerto Monnt!
CARRETERA AUSTRAL: CONCLUDENDO
Siamo alla fine. Sarà un viaggio duro, difficile, potenzialmente frustrante, ma estremamente remunerante sotto tutti i profili. Ricordatevi che la chiave per percorrere la Carretera Austral è avere chiaro il mix di trasporti di cui è dotato il vostro arsenale (bus, traghetti, autostop, gambe) e saper decidere come usarlo in funzione della situazione contingente e delle informazioni che raccoglierete/verificherete in loco.
Creatività e improvvisazione saranno fondamentali, ma vi salveranno solo se avrete fatto i compiti a casa: quindi mettetevi sotto, studiate, pianificate e fate in modo di sapere cosa chiedere esattamente una volta arrivati in un determinato luogo.
Impostatelo come si deve e quello lungo la Carretera Austral sarà un viaggio grandioso.
ps
Vi lascio con un ultimo breve racconto con situazioni e personaggi memorabili che hanno reso problematico, effervescente, surreale il mio primo faccia a faccia con la Carretera Austral. Leggetelo e capirete qualcosa in più su come funzionano (ma soprattutto non funzionano!) le cose in questo remoto angolo di mondo…
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RISORSE UTILI
Trasporti pubblici (tratte, orari, percorrenze)
Che la faccenda sia complicata si capisce già dal fatto che non esistano portali ufficiali da cui ricavare gli orari. Ad ogni modo verificate con la massima attenzione a ogni tappa: orari-tratte-giorni di percorrenza potrebbero non essere aggiornati e potrebbero variare all’improvviso!
Carretera Austral sezione nord
Carretera Austral sezione sud (attenzione: verificare l’aggiornamento)
Verso/da Chile Chico
Mappa connessioni marittime
Gli orari cambiano di continuo anche per le condizioni climatiche. In questa mappa vengono visualizzate le varie connessioni via mare.
Siti ufficiali:
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Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!
Complimenti per l’articolo davvero utilissimo ed interessante
La Patagonia è uno dei miei più grandi sogni, in particolare mi piacerebbe fare il trekking della Ruta de los Parques che attraversa la Patagonia cilena per concludersi ad Ushuaia per 2800km…un’impresa epica
Anche questo che descrivi è assolutamente fantastico…sarà che quando leggo “selvaggio ” e “lontano dal turismo di massa” si accende il mio lato avventuriero…
Grazie per aver condiviso questa meravigliosa esperienza ma soprattutto per tutto il lavoro che c’e dietro ad ogni tuo consiglio di viaggio
Un abbraccio e buona giornata
Ciao Veronica grazie. La Tuta de Los Parque è fuori dalla mia portata, ma se ti piace il trekking lontano da tutto la Patagonia cilena fa davvero al caso tuo. Se decidi di andare e ti servono altre informazioni sono a disposizione. Buon viaggio!
Ciao Daniele, descrizione fantastica e molto utile 🙂
Sono nella fase organizzativa di un giretto in bici, Quito-Ushuaia, con partenza ad Ottobre (progetto di beneficenza più ampio, se vuoi te ne parlo volentieri). La CA e’ ovviamente parte del percorso, da El Chalten continuerò poi verso il Capo. Per ora (non ti garantisco che finirò qui) ho solo una domanda: hai parlato spesso di wild camping, che è quello a cui punterò io per la maggior parte del tempo, ma è davvero permesso ovunque? Certamente se troverò i camping gratuiti mi metterò lí, ma esistono zone, come i parchi, in cui lo vietano espressamente?
Grazie, a presto 🙂
Lorenzo
Ciao Lorenzo, non credo di aver mai visto il cartello vietato campeggiare, ma ad esempio al Torres del Paine Devi campeggiare negli spazi appositi. In generale però ti direi di stare molto sereno, troverai molto raramente limitazioni espresse, il campeggio libero è davvero molto tollerato nella Patagonia cilena. Assicurati però di piazzare bene la tenda perché il vento non perdona. In bocca al lupo per il tuo viaggio se hai bisogno scrivimi pure.
Grazie mille! Certamente quando sarà il momento condividerò tutte le info!
A presto
L
Grazie sto organizzando ora il viaggio dal 20
Dicembre 2019 al 12 Gennaio 2020. Molto utile!
ciao laura, bene, se hai bisogno fammi un fischio e poi fammi sapere come è andata.
Complimenti per il tuo articolo,per come hai descritto nei dettagli la tua esperienza e per quello che consigli nei minimi dettagli..personalmente sto prendendo spunto dal tuo racconto per impostare il mio viaggio…grazie
quando torni facci sapere come è andata e magari se hai incontrato informazioni errate segnalamele in modo che possa tenere l’articolo sempre aggiornato.
buon viaggio!