Questo non è un articolo che parla della celeberrima fioritura Castelluccio di Norcia, questo è un articolo che parla degli idioti che potrete ammirare quando la piana si mette in ghingheri. Spoiler: contiene turpiloquio.
Questo sarà un post conciso e pieno di parolacce. Non sarà ottimizzato per i motori di ricerca ma servirà principalmente per sfogarmi.
Vado subito al sodo: durante la fioritura della lenticchia, Castelluccio di Norcia si riempe non solo di fiori colorati, ma anche di idioti.
Anzi mi sbilancio dicendo che la quantità di idioti è direttamente proporzionale alla bellezza della fioritura: più bella, estesa e multicolore sarà la fioritura, più gli idioti si sentiranno in dovere di essere idioti. Perché i casi sono tre:
- sei un analfabeta in senso stretto (non sai leggere)
- sei un analfabeta funzionale (sai leggere ma non capisci)
- sei un idiota o se preferisci uno stronzo (capisci ma te ne sbatti)
Propendo per lo scenario 3, perché l’enunciato base su cui si basa l’oggetto del contendere suona tremendamente semplice sia da un punto di vista sintattico che lessicale:
Rileggetelo: anche con tutta la malafede del mondo è un divieto che non lascia scampoli interpretativi. E dai su, c’è pure il disegnino.
Ma chi se ne frega dei divieti, bisogna fare delle foto e bisogna farle subito.
Bisogna far stendere la prole sul campo e immortalarla in questo eden colorato. Mi raccomando, che tutti sembrino felici. Angelina, amore di papà, che è quel broncio? Non starai mica frignando? Guarda dove ti abbiamo portato! Ok, sono 31 gradi all’ombra e il sole ti scalpella la testolina incorniciata da quei tuoi splendidi boccoli biondi, ma cristo guarda che bello! Sorridi, subito! Serve il filmino da postare prima degli altri, che sennò poi nessuno ci clicca e facciamo una figura barbina con 2 like in croce e giusto il commento di zia.
Tesò, tu invece in posa come una diva: accentua l’arcata lombo sacrale, spalle dritte, seni in fuori, sorriso emblematico alla Monna Lisa. Come chi è Monna Lisa? Va bene, come non detto, spara il solito labbra a culo di gallina. Andrà benissimo lo stesso. Sembrerai una figa da urlo, gli amici virtuali avranno di che rosicare.
La chitarra! Che qualcuno porti qui una carcassa di chitarra acustica, che fa tanto bucolico. Chi se ne frega se ha una corda si e tre no, l’importante è che si integri nel quadretto.
Oh, largo al centauro: una foto con le cromature luccicanti tra il rosso del papavero, il blu del fiordaliso, l’azzurrino della lenticchia e il giallo del vattelapesca farà discutere più che un servizio fotografico a Capo Nord, che tanto ormai è un viaggio sputtanatissimo.
Un momento: chi non ama gli animali è un essere umano insensibile, l’ho letto e riscritto tante volte su FB. Ci vuole uno scatto anche con l’amico più fedele di sempre, non vorremo passare per quelli insensibili? Poche chiacchiere, buttatelo dentro, che ci frega se sdradica qualche pianta o seppellisce qualche fiore sotto un cumulo di merda. Tanto è sempre natura no?
Dai, dai, due scatti e via, che c’è gente in fila.
E se facessimo un pic-nic in grande stile? Birrette, panozzi, plaid! Un momento però, c’è un problema: dove diavolo l’appoggio la borsa? Sul cartello del divieto, che domande stupide.
Oh dai, stiamo qui un paio d’ore, facciamo qualche scatto, ci mangiamo un boccone. Non fare il bacchettone, che vuoi che sia.
Cara testa di cazzo, sturati le orecchie:
che vuoi che sia te lo spiegano i contadini di Castelluccio che hanno piantato per mesi quei semi da cui dipende parte del loro già precario sostentamento. E visto che il cartello in italiano non ha funzionato, spero che decidano di tornare ai vecchi sistemi: cecchino piazzato sopra le rovine del villaggio e pallettoni di sale, che il piombo inquina. Pum, pum, pum.
Non bastava lo strazio di vedere Castelluccio ridotta a un cumulo di cenere su un cucuzzolo, serviva pure lo scempio che si consuma nella piana. Ignoranti, irrispettosi e stronzi, certo, ma pure cafoni. Perché se qualcuno con un minimo di senso civico fa notare il contenuto del semplice divieto, capace che quel qualcuno venga pure preso a male parole. Capitato sotto ai miei occhi.
Per riparare la vostra sensibilità, sicuramente urtata dal mio gergo da strada, rimando a questo articolo dove c’è un appello accorato ed educato di un portavoce degli agricoltori di Castelluccio di Norcia. Per maggiori informazioni su Castelluccio e la sua fioritura vi segnalo invece questa pagina.
Quanto a me, mi sono sfogato. Chiedo venia per il turpiloquio, ma l’urgenza espressiva è urgenza espressiva. Vi prometto che non dirò più parolacce. Non mi aspetto che poche righe facciano magicamente smettere di brutalizzare la fioritura di Castelluccio, ma mi sentirei di aver investito produttivamente dieci minuti del mio tempo se anche uno solo di quegli idioti che affollavano la piana questo weekend riuscisse a realizzare quanto è stronz…volevo dire irrispettoso.
E per concludere…diversa gente incredula mi sta chiedendo se questo sia un fotomontaggio:
No. Non lo è. Altro che fioritura, non vi meritate manco una scala di grigio con poco contrasto. Idioti.
Questo articolo fa parte del progetto SIBILLINI Reload portato avanti in collaborazione con Marco Lucioli che con mio grande sollievo si smazza foto e video (anche se la foto del panzone è del mio vecchio amico Adriano ‘Gneo’ Tittarelli).
©2018 Daniele Galassi
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Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!
Standing ovation per questo post.
grazie!
Tanto tanto tanto supporto. Ti ho letto tanto velocemente che mi è sembrato di bere le tue parole