Un imperdibile trekking di appena mezza giornata per dare un morso al lato più selvaggio di Lanzarote: distese di magma solidificato, vulcani a non finire e crateri. Due crateri per la precisione, e in uno potrete anche entrarci dentro. Tutto in appena 11 km e spicci.
Sommario
Percorso in pillole
Tempo richiesto: 3,30 / 4.30 ore
Difficoltà: facile/intermedio
Lunghezza: 11,5 km
Dislivello: + 475/ – 475 mt
Altitudine max: 474 mt
Altitudine min: 151 mt
Scarica traccia GPX (consigliato).
Lo confesso: non ero qui a Lanzarote per fare trekking, ma quando ho scoperto questa escursione sfogliando un libro al gift shop del Mirador del Rio non ci ho pensato mezzo secondo. Subito inserito come fuori programma dell’ultimo giorno, giusto prima di riprendere il volo di ritorno per Bologna. Scelta azzecatissima.
Punto di partenza
Si parte da località Mancha Blaca, appena 4 km fuori Tinajo direzione parco Timanfaya. Non ci si può sbagliare: si trova una deviazione sterrata sulla destra per un parcheggio, si parcheggia, si parte. Il percorso è idealmente diviso in 4 sezioni, con la prima e la quarta che costituiscono andata/ritorno per lo stesso sentiero.
Parte 1: mare di lava (2 km, pianeggiante)
Ci si incammina per un sentiero pianeggiante circondati da campi di lava a destra e a manca: partite presto (le 8/8.30) e non ci sarà nessuno. Fondo sassoso lavico, sostanzialmente pianeggiante, cartelli informativi ogni tot in inglese/spagnolo. Ideale per scaldare le gambe e entrare in sintonia col paesaggio.
Parte 2: Caldera Blanca (4,8 km)
Dovete decidere che cosa fare: io ho scelto di fare prima la Caldera Blanca (la più imponente) e poi la Montaña Caldereta, quindi ho svoltato a destra (vedi gpx) finita la parte 1. Nessuno vi vieta di fare il contrario, anzi parecchi facevano proprio il contrario. Si sale con una certa pendeza per il crinale del vulcano, fondo stabile misto roccia e terra. Bei panorami con vista su Oceano.
Niente di realmente impegnativo, però bisogna avere un po’ di allenamento nelle gambe perchè sono quasi 500 metri di dislivello in nemmeno 2 km per arrivare in cima e potersi affacciare finalmente sulla bocca del vulcano.
Che è una gran figata e stravale la sfacchinata:
Ma ancora più entisiasmante è camminare in cresta e guardare dall’altro lato, dove all’orizzonte svettano una nutrita serie di vulcani, tra cui quelli del Timanfaya, circondati da immensi campi di lava. In una giornata limpida è superlativo, un paesaggio che ricorda come doveva essere la terra qualche milione di anni fa. Un glorioso mix tra Islanda e Southwest USA a due passi dall’Oceano.
Camminate quindi sulla cresta della caldera (è larga, occhio comunque al vento e guardate ogni tanto anche per terra) e percorretela in senso orario fino a cominciare la ridiscesa. Che dire: lo rifarei 1000 volte.
Parte 3: Montaña Caldereta (2,7 km)
Adesso che siete ridiscesi, dovere girare attorno all’altra caldera svoltando verso destra per poi cominciare a salire (sulla sinistra si accede a un sentierino che si inerpica sulla cresta). Più breve di quello fatto in precedenza, ma comunque pendente (sono 80 metri di guadagno altrimetrico in appena 0,4 km).
La Caldereta è più piccola, ma la sua cresta è più verdeggiante e meno accidentata. Potete anche entrare dentro la caldereta stessa (non presente nel gpx ma vedrete subito la breve deviazione che porta dentro una volta ridiscesi).
Anche qui notevolissime vedute sia guardando a sinistra (dentro la caldera), che a destra (verso lo skyline trapuntato di vulcani e mare lavico). Ah, e sullo sfondo l’Atlantico, mica pizza e fichi.
Parte 4: ritorno al parcheggio (2 km, pianeggiante)
Come la parte 1, ma naturalmente al contrario. Vi orienterete subito, tutto molto facile. Se avete cominciato presto come suggerito vedrete tanta gente venirvi incontro: conferma che avete fatto la mossa giusta.
Trekking Caldera Blanca: consigli finali
- Segnalazione inesistente, anche se la traccia è intuitiva. Ci si può comunque incasinare in qualche svolta, per questo consiglio di usare la traccia GPX.
- Non c’è niente, portatevi acqua e cibo
- Occhio al vento in cresta, un antivento farà comodo
- Bastoni da trek non imprescindibili ma se ce li avete sicuramente meglio
- Partite presto la mattina, massimo (8/8,30): poi tende a riempirsi e ovviamente a fare più caldo
Link esterni
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Daniele ERMES Galassi
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