Sommario
Percorso in pillole
Classificazione: EE
Difficoltà: impegnativo
Lunghezza a/r: 18 km
Tipo percorso: anello
Dislivello complessivo: + 1081 mt / – 1081 mt
Altitudine max: 2092 mt
Altitudine min: 1011 mt
Traccia gpx
La traccia gpx può essere scaricata da questo link
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Punto di partenza:
Da Amandola salite verso la frazione di Garulla seguendo le indicazioni per il rifugio Città di Amandola. Parcheggiate nel pianoro erboso Campolungo: oltre al rifugio (ottimo menù!), c’è un’ampia area picnic fornita di barbecue una fontana. Gran bel panorama. (42°57’57.6″N 13°17’13.2”E).
Nota: Tecnicamente il wild camping è vietato, ma è possibilissimo piantare una tenda (nel week end non sarete certo soli). L’ideale se volete partire di buonora la mattina dopo esservi abbuffati con un barbecue la sera prima come abbiamo fatto noi.
Davanti la fontana, più o meno davanti al rifugio, troverete il tabellone illustrativo del percorso E6. Quello che ci interessa è l’itinerario ad anello che in 18 km (non proprio dolcissimi) ci porterà al Pizzo Tre Vescovi e poi di nuovo qui.
Parte 1: Rifugio Campolungo – Casale Grascette
(2,5 km, dislivello + 508 mt)
Si parte subito subito con un bello strappo di 500 metri in appena 2,5 km: non è il massimo per spezzare il fiato, ma questo passa il convento. Zigzagando per circa un’ora e mezza (bei panorami collinari e montani che degradano verso l’Adriatico) si arriva a così a Casale Grascette (1708 mt), a quanto pare sempre aperto, utilizzabile dagli escursionisti in caso di difficoltà o emergenze. C’è anche un punto acqua.
Parte 2: Casale Grascette – Casale Ara del Re
(2,5 km, dislivello – 69 mt)
Dal Casale (1637 mt) le frecce indicano 1.20 per Rifugio del Fargno / 1.20 per Pizzo Tre Vescovi.
Parte 3: Casale Ara del Re – Sella Bassete – Pizzo Tre Vescovi
(3,6 km, dislivello + 448 mt)
Adesso aggirate la base di Pizzo Acuto, fino alla omonima Sella a 1979 mt, puntando dritti alla scalata dei 2092 mt del Pizzo Tre Vescovi tramite il sentiero 274.
Sapevi che puoi arrivare a Pizzo Acuto e Pizzo Tre Vescovi anche partendo da Bolognola? Ne ho parlato nell’articolo Pizzo Acuto attraverso la Valle del Fargno.
Parte 4: ritorno a Campolungo
(9,4 km, dislivello – 1070 mt, + 200 mt)
Intanto tornate per il medesimo sentiero fino al Casale Ara del Re. Qui, invece di tirare dritti per la strada dell’andata, prendete a destra sul sentiero 243. Vi aspettano sottobosco, guadi, ghiaioni, frane, gigantesche pareti di roccia e sentieri densi di vegetazione (a volte fin troppo).
Tenete come punto di riferimento visivo il Casale Ricci (abbandonato), in fondo al chilometro di strada sterrata che scende a quota 1.470 mt. Da qui poi inizia una brusca discesa su gradini di pietra, all’ombra del primo, fittissimo sottobosco di giornata. La boscaglia è davvero densa, segno che qui non ci passa mai nessuno. Dopo una vistosa frana che ne rallenta la percorrenza per 50 metri (cautela), il sentiero 243 lascia posto al 226: da qui un bosco immacolato vi conduce alla fonte del Faggio (punto acqua).
In prossimità del limitrofo Rifugio San Giovanni Gualberto (aperto e a disposizione degli escursionisti in caso di necessità) scendete su un fangoso e viscido sentiero che segue lo scolo della fonte. Si trasformerà in terra battuta nella faggeta e poi in uno scomodo ghiaione sotto le rocce di Balzo Rosso.
Nota: non superate il rifugio, la svolta a destra è prima, in corrispondenza della fonte. Noi ci siamo sbagliati due volte su due!
Sotto le titaniche pareti di scaglia rosata dove nidificano uccelli rupicoli del Balzo, salutate per l’ultima volta la Priora e prendete fiato: vi aspetta l’ultimo tratto di 1,5 chilometri che con 200 metri di dislivello in salita vi riporta ai 1200 del Rifugio Città di Amandola.
Nota: dedurrete dagli innumerevoli macigni a terra che sotto Balzo Rosso è meglio non rimanerci troppo…datevi una mossa.
Bene, adesso tagliere di affettati da Edgardo (titolare del rifugio), vino rosso, caffettino corretto al Varnelli e via: siete pronti per tornarvene a casa, con le gambe lesse ma lo spirito rinfrancato da una delle escursioni più belle del Parco dei Sibillini.
Note importanti e consigli finali
- Il sentiero non presenta tratti esposti ed è ben segnalato
- Potrebbero essere presenti detriti e vegetazione che ostruiscono parzialmente il passaggio durante il ritorno, (attenzione massima alle frane e a eventuali segnali di chiusura dei sentieri)
- Non c’è ombra per tutta l’andata e per buona parte del ritorno
- Si consigliano fortemente bastoni da trekking, scarpe tecniche possibilmente alte con buon grip, crema solare, protezione per la testa, antivento
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©2020 Daniele Galassi
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Daniele ERMES Galassi
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