Magnifico (e faticoso) trekking ad anello di circa 14 km con 1000 metri di dislivello nel ‘Regno del Camoscio’. Da Frontignano si sale per la Val di Bove fino a raggiungere ben 3 vette sopra i 2000 metri (Bove Nord, Bove Sud e Monte Bicco) per poi ridiscendere al punto di partenza dopo aver camminato per creste ventose e aver assaporato uno dei punti di osservazione più belli di tutto il parco dei Sibillini e magari avvistato qualche camoscio.
Sommario
Percorso in pillole
Nome: Percorso Escursionistico E8
Classificazione: EE
Difficoltà: impegnativo
Lunghezza a/r: 14,7 km
Tipo percorso: anello
Durata complessiva: 6-8 ore pause incluse
Dislivello complessivo: 1003 mt
Altitudine max: 2169 mt
Traccia gpx
La traccia gpx può essere scaricata da questo link
Punto di partenza
Si parte da Frontignano dal Piazzale Selvapiana dove sorge l’Hotel Felycita, attualmente chiuso per i danni post sisma (coordinate 42°55’11.1″N 13°09’54.8”E).
Attenzione: la fonte nel parcheggio, ultimo punto di approvvigionamento, al momento è in corso di ristrutturazione (aggiornato a maggio 2020)
Il percorso ad anello si snoda in 14.5km con circa 1000 metri di dislivello, qualche passaggio esposto e passaggi in cresta. Dispendioso dal punto di vista fisico, richiede passo fermo e sicuro in caso di forte vento in cresta durante i passaggi esposti verso la Croce di Monte Bove (ora caduta per un fulmine). Escludendo due deviazioni (Croce di Monte Bove e Monte Bicco) l’escursione si riduce a circa 13km. Come sempre le le misure riportate nella mappa Wikilock hanno un margine di tolleranza, ma sono più che rappresentative.
Parte 1 (km 0-1,5): dislivello – 93 mt in 1.5 km
Il Percorso Escursionistico E8 inizia scendendo alla sinistra dell’Hotel Felycita, ben segnalato dalle indicazioni del CAI (sentiero 272, direzione Monte Bove Sud, tempo di percorrenza 2.40 ore). Si attraversa il bosco denominato le Macchie di Bicco in direzione est per 1.3km. Attenzione a svoltare a destra dopo circa 700 metri (cartelli poco visibili) o si rischia di andare subito fuori rotta. Godetevi questa passeggiata in lieve discesa immersi nel sottobosco, perché tra poco si comincia a salire di brutto.
Parte 2 (km 1,5-6,2): dislivello + 616 mt in 4,7 km
Inizia la salita con un dislivello di 300 mt che con alcune svolte conduce alla conca erbosa della Val di Bove. Fioritissimo in primavera. Qui una fonte a trocche mantiene un pascolo di cavalli e altre indicazioni del CAI forniscono tempi di percorrenza (salita al Monte Cornacchione 1.30 ore, Monte Bove Sud 1.50 ore, rientro a Frontignano 1.00 ore).
Davanti a voi si apre l’ampio circolo glaciale della fiorita Val di Bove con la caratterista sezione a ‘U’ sovrastata dalla stazione di arrivo dell’orrenda funivia in disuso dal 1994 che fa meritare ben 5 pallini alla voce ‘antropizzazione’ nella scheda valutativa. Uno vero eco-mostro in un ambiente celestiale. Occhi aperti e passo felpato perché i camosci possono essere attorno a voi.
Non è finita, si continua a salire: si prende il sentiero 270 che si snoda sulla sinistra fino alla cresta dove si apre la vista sulla Val di Panico e sulle pareti del Monte Rotondo. Con una piccola deviazione si raggiunge la Croce di Monte Bove a 1905mt (collassata però nell’aprile del 2020). Bella sgambata ragazzi: sono 650 mt di dislivello dall’inizio della Val di Bove, adesso si continua a salire ma più gradatamente.
Attenzione: raggiungere Croce di Monte Bove implica affrontare brevi passaggi esposti pericolosi in caso di forte vento e/o pioggia. Nella nostra ultima escursione abbiamo dovuto rinunciare a causa di un vento incredibilmente poderoso che ci spostava di qua e di là. Non scherzate mai col vento in cresta!
Parte 3 (km 6,2-9,4): dislivello + 247 mt in 3,2 km
Il Percorso E8 prevede ora di seguire il crostone erboso e spesso flagellato da venti che guadagna quota in maniera morbida. Per i maniaci delle vette è comunque possibile risalire la tondeggiante cima del Monte Bove Nord (2112). Si continua in una ampia cresta in direzione dei (purtroppo) visibilissimi resti della stazione di arrivo della funivia, arrivando così alla cima del Monte Bove Sud (2169).
Che scempio ragazzi, da adesso in poi verrebbe voglia di armarsi di bazooka e abbattere una dopo l’altra quelle mostruose installazioni di ferro, acciaio e cemento che deturpano questo splendido versante.
E dire che da qui la vista si apre ancora verso est, riempendo lo skyline di parecchie vette sopra i 2000. Che spettacolo, uno dei punti di osservazioni più omnicomprensivi del Parco. In ordine da nord verso sud si ammirano: Pizzo Tre Vescovi, Pizzo Berro, Monte Priora, Monte Sibilla, Monte Porche, Monte Vettore, Cima del Redentore. Si vede anche quello che resta del povero abitato di Castelluccio di Norcia che svetta dall’omonima Piana.
Per un itinerario sulle creste del Redentore da cui ammirare dall’alto la piana di Castelluccio vedi anche: Anello Castelluccio – Redentore – Laghi di Pilato
Se c’è un punto di osservazione da cui farsi un’idea sull’orografia del Parco dei Sibillini è questo. Semplicemente magnifico e semplicemente vergognoso che proprio qui sia ancora piantato quell’obbrobrio di ferro arrugginito e acciaio caduto in disuso da più di 25 anni.
Parte 4 (km 9,4-14,7): dislivello – 773 mt in 5,3 km
Inizia ora la discesa, attraverso il sentiero 271 che segue inevitabilmente le stazioni a monte degli impianti di risalita invernali e che incrocia, subito dopo l’ultimo orribile traliccio della funivia, la breve deviazione che in un quarto d’ora raggiunge il Monte Bicco (2052), l’ultima vetta del gruppo del Bove.
Lo scempio qui si fa ancora più evidente: ci sono addirittura tralicci di acciaio afflosciati che vi troverete a calpestare mentre scendete.
Si arriva così al Monumento del Cristo delle Vette, dove si hanno due opzioni da valutare a seconda di tempo, energie, ore di luce residue.
Opzione 1: rivolti verso valle, sulla destra il Percorso E8 continua attraverso una visibile carrareccia (sentiero 272) che in 2,7 km riporta all’interno della val di Bove, esattamente in corrispondenza della conca erbosa con la fonte a trocche. Da qui si riprende il medesimo sentiero dell’andata che riconduce al Piazzale Selvapiana.
Opzione 2: sempre partendo dal monumento si può scegliere di rientrare continuando a scendere sulla sinistra attraverso una via meno panoramica ma più breve. Basterà seguire il canalone e le piste di sci che riportano al piazzale iniziale in appena 2 km con un risparmio di tempo e energie notevole
Attenzione: mappa, km e dislivello fanno riferimento all’opzione 2. Per l’opzione 1 aggiungere circa 2.5 km e un’ora in più di cammino
Note e consigli
- Il percorso E8 (nel segmento iniziale del sentiero 272) è spesso soggetto a restrizioni a causa della situazione post-sisma del 2016 che compromette la stabilità del caratteristico gradino glaciale delle Quinte, dove appoggiava la Croce di Monte Bove Nord. Prestare quindi attenzione prima di affrontare questo percorso: i divieti non sono segnalati, le indicazioni scarse e le porzioni di sentiero potrebbero non essere manutenute. Si consiglia una traccia gpx (qui disponibile)
- Dal 2008 sono stati reintrodotti esemplari di camoscio appenninico ed è stata necessario per il loro ambientamento l’istituzione di zone di criticità in cresta dove è a seconda della stagione potrebbe essere vietato transitare
- Non c’è acqua lungo il percorso e la fonte a inizio percorso non è in funzione
- Ad eccezione del sottobosco iniziale/finale non c’è ombra
- Si consigliano fortemente bastoni da trekking, scarpe tecniche possibilmente alte con buon grip, crema solare, protezione per la testa, antivento
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Risorse utili
Questo articolo fa parte del progetto SIBILLINI Reload portato avanti in collaborazione con Marco Lucioli che con mio grande sollievo si smazza foto e video.
©2020 Daniele Galassi
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Daniele ERMES Galassi
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