Ha senso parlare di ‘saper viaggiare’? Non c’è una scala di misurazione, ma sicuramente c’è modo e modo di farlo. Ecco 15 segnali che ci indicano che siamo sulla giusta via per diventare se non altro viaggiatori più consapevoli.
Nota preliminare: nell’articolo Viaggi fai da te: 15 cose da non fare mai ho parlato di alcuni errori che ricorrono anche in questo articolo, che aggiunge però delle considerazioni diverse e valide anche per i viaggi organizzati. Diciamo che potete vederli come due articoli che si completano a vicenda.
Lo stile di viaggio è una cosa soggettiva, e non c’è una scala che misuri il ‘saper viaggiare’. Ma viaggio dopo viaggio si diventa più consapevoli di certi aspetti che agli esordi siamo portati a non considerare. Quindi sì, credo che si possa imparare a viaggiare se non altro in maniera più consapevole. Ecco qualche segnale che ci indica che siamo sulla giusta strada.
Sommario
#1 – Prima di partire sei sereno (ma pronto all’imprevisto)
Può sembrare una cosa ovvia e banale, ma bisogna capirsi bene. Col tempo ti senti più tranquillo non perché ti illudi di avere tutto sotto controllo o perché la sera prima della partenza ti sei imbottito di Xanax. Ti senti semplicemente pronto ad affrontare gli imprevisti che metti inevitabilmente in conto.
Ben diverso dal partire convinti che andrà tutto liscio. Anche perché tutto liscio, soprattutto se il viaggio è fai da te, di solito non va mai. E per fortuna.
#2 – Studi per poter improvvisare, non per avere un itinerario blindato
Quando acquisisci fiducia in te come viaggiatore, cambi anche l’approccio alla fase di pianificazione: studi quello che c’è da studiare, ma per poter cambiare idea consapevolmente se le condizioni mutano. Questo perché capisci che certe informazioni si possono reperire solo in loco e che in base a queste nuove scoperte si potrà ottimizzare il viaggio anche buttando alle ortiche i piani originari se il caso lo richiede.
Molto diverso del partire alla cieca, ma molto distante anche dal partire con un itinerario blindato che il più delle volte si rivela un boomerang.
#3 – Non hai più l’ansia di ‘vedere tutto’
Un altro tipico tic che corrode i primi viaggi è quella vocina che sbraita che devi vedere tutto, che una volta che sei li non puoi perderti niente perché chissà quando e se ci tornerai. Solo poi, viaggio dopo viaggio, capisci che questo è il modo migliore per mandare tutto in vacca. E quante volte ci sono cascato.
Dopo un po’ impari ad accettare l’idea che è impossibile fare o vedere tutto, semplicemente perché il ventaglio di esperienze è infinito mentre il tuo tempo è solitamente finito, anzi finitissimo. Tanto vale mettersi l’animo in pace, fare i conti con i proprio tempo e scegliere dal menù i piatti che più fanno gola, dedicando a ognuno tutta l’attenzione che merita.
#4 – Esci dalla zona di comfort e non cerchi di ricreartene una fuori casa
Quando si viaggia per conoscere non solo il mondo ma anche sé stessi nel mondo, si deve per forza di cose uscire dalla propria zona di comfort. Andare incontro all’incertezza, al nuovo, al diverso: se non si parti con questo approccio mentale finisci col cercare di ricrearti le tue sicurezze semplicemente in un altro luogo.
Ed eccoti lì a cercare disperatamente un ristorante italiano in Siberia, a disperarti perché non c’è un solo bidet in tutta l’Asia o a lamentarti perché gli orari dei mezzi pubblici in Patagonia sono quantomeno flessibili. Quando accetti una certa dose di disagio e rinunci ad avere tutto sotto controllo, non può che essere un altro buon segno.
#5 – Sai tenere a bada le aspettative
Lo sappiamo tutti: alte aspettative, spesso vuol dire delusione. Le esperienze migliori possono arrivare da situazioni impreviste o luoghi che avevi snobbato, mentre quell’attrazione che tanto avevamo sognato e di cui tanto avevamo letto sulle guide…potremmo scoprire che non valeva poi granché.
Avere zero aspettative pur mantenendo il giusto entusiasmo è un approccio consigliabile nella vita di tutti i giorni, ma in viaggio è una regola d’oro che il viaggiatore più smaliziato ha imparato sulla sua pellaccia.
#6 – Sviluppi senso critico e prendi con le molle quello che leggi in giro
Quando si comincia coi viaggi, specialmente quelli fai da te, le guide vengono viste come tavole della legge: se c’è scritto che è imperdibile, non posso perdermelo. Ma col tempo si impara a fare la tara a quello che si legge in giro, le informazioni vengono filtrate dal senso critico che si sviluppa con l’esperienza.
Da come è presentata una cosa su una guida, dalle opinioni di altri viaggiatori, si riesce a capire sempre meglio se una certa esperienza può ragionevolmente fare o meno per noi e si può rinunciare a cuor leggero alle cose che fanno suonare un campanello d’allarme.
#7 – Prenoti il minimo indispensabile
Hai prenotato tutto? Dall’arrivo alla ripartenza, comprese le tappe intermedie? Ti senti finalmente sicuro? Male, tendenzialmente male. Prenotare troppo con troppo anticipo è il viatico per la disfatta per chi cerca un’esperienza col giusto margine di flessibilità.
Quando riusciamo a gestire un viaggio logisticamente complesso prenotando il minimo indispensabile (o addirittura niente) senza cadere preda dell’ansia, possiamo congratularci con noi stessi. In certi viaggi non è possibile, ma nella stragrande maggioranza dei casi sì.
#8 – Il tuo zaino si alleggerisce
Dal peso dello zaino si capisce moltissimo di un viaggiatore: tendenzialmente più sarà esperto, più il suo zaino sarà scarico. Non ci credete? Cominciate a farci caso e vi accorgerete che chi viaggia coi 100 litri stipati all’inverosimile è il più delle volte gente alle prime armi.
Il viaggiatore più navigato lo sa: in viaggio basta meno che poco, e meglio trovarsi a dover comprare una cosa in più quando se ne ha effettivo bisogno che scarriolarsi dietro qualcosa di inutile per un mese. Imponetevi sempre uno zaino massimo del 15-18% del vostro peso corporeo, soprattutto se intendete fare trekking.
#9 – Fai meno foto
Ai primi viaggi abbiamo tutti avuto la tentazione di fotografare tutto. Salvo poi ritrovarci a casa con 1000 scatti di paesaggi cartolina che manco se avessimo dovuto aprire un negozio di souvenir. Quando ci accorgiamo che ogni attimo passato ad armeggiare col cellulare o con la digitale è in realtà un attimo sottratto all’esperienza e che il più delle volte un decimo delle foto bastava e avanzava, siamo già un passo avanti.
Ormai dovremmo saperlo: è il momento presente che dovremmo onorare in viaggio, non la sua celebrazione davanti a uno schermo una volta tornati.
Per un approfondimento sul tema: Il paradosso del condor 2.0. Fotografia compulsiva del turista e non solo.
#10 – Ti godi l’irreperibilità
Ma davvero ti serve una connessione dati per qualche settimana lontano da casa? Hai proprio bisogno di postare in tempo reale quello che stai facendo o chattare con gli amici a casa mentre sei al cospetto di un tramonto sul Grand Canyon? Come per le foto e video, quando capisci che puoi darci un taglio, ci guadagni solo tu. L’irreperibilità oggi è un lusso, concediamocelo almeno in viaggio.
#11 – Comportamento social: meno quantità, più qualità
Conti alla rovescia su Facebook prima della partenza per attrarre attenzione e suscitare invidia per chi rimane in ufficio, decine di post giornalieri che non aggiungono nulla se non la geolocalizzazione, centinaia di foto su Instagram stesi sulla battigia al tramonto o davanti a un piatto locale una volta tornato…servono davvero? E a cosa?
Al contrario ben vengano post che abbiano un valore, come fornire un’informazione utile ad altri viaggiatori o strappare una risata, purché non diventi qualcosa di ossessivo compulsivo però. Quando puntiamo più sulla qualità che sulla quantità, stiamo facendo sicuramente un uso più consapevole dei social e stiamo impiegando meglio il nostro tempo in viaggio.
#12 – Eviti come la peste escursioni organizzate (quando puoi)
Agli inizi è facile cascarci. Con un’agenzia è tutto più facile no? Poi però riuscire a raggiungere certe attrazioni autonomamente, arrabattandosi con combinazioni di mezzi sempre diverse, senza orari contingentati come alla gita scolastica, diventa qualcosa di impagabile.
Un po’ più di sbattimento, ma un ritorno infinitamente maggiore in termini di esperienza, soddisfazione e naturalmente risparmio. Quando questo diventa la regola, è sicuramente un buon segnale.
#13 – Non fai più promesse
Mi porti questo? Mi porti quello? Il viaggiatore di lungo corso lo sa, l’ha imparato a forza di cascarci, e dopo un po’ non ci casca più. Rimane possibilista, ma senza promesse. Non perché sia più stronzo del neofita, ma perché ormai sa che l’ultima cosa che vorrà fare in viaggio sarà passare il suo tempo a cercare una calamita o una spezia esotica solennemente promessa prima della partenza.
#14 – Sai come gestire soldi e pagamenti
Contanti? Carta? Bancomat? Quanti errori facevo e quanti ne ho visti fare in giro per il mondo, perché semplicemente si prendono alla leggera costi, sicurezza e modalità di funzionamento dei mezzi di pagamento. C’è gente che non ha ancora capito che una prepagata non può dare le stesse garanzie di una carta di credito, strumento che per certe cose continua a essere imprescindibile.
Quando in ogni luogo e in ogni situazione sappiamo quale strumento conviene usare, possiamo dire di aver aggiunto un tassello davvero importante.
Sul tema ho scritto un articolo molto dettagliato, tra i più letti del blog: Contanti, Bancomat, carta? Gestire i soldi in viaggio minimizzando rischi e costi.
#15 – Non ti fai fregare dall’auto noleggio
Sembra facile, ma non lo è per niente. Cercate in un forum di viaggi qualsiasi e ve ne renderete subito conto. Le fregature sono ovunque, nascoste tra mille clausole di cui bisogna prendere consapevolezza. I meccanismi sono sempre gli stessi, ma è davvero facile cascarci, tanto che all’argomento ho deciso di riservare un dettagliatissimo articolo: Noleggiare auto senza farsi fregare.
Non sottovalutate mai il noleggio, anche se non è nei vostri piani originari a volte può essere l’unica soluzione per raggiungere in tempo alcune destinazioni o il vostro volo di rientro.
Siamo alla fine. In quanti di questi punti vi ritrovate? Sono curioso. Mi sono dimenticato qualcosa? Sicuramente. Fatemi sapere se devo aggiornare la lista!
©2019 Daniele J. Ermes Galassi
Stray Ermes – Travel blog di un randagio
www.ermes.blog
Gli articoli del blog sono stampabili e scaricabili in pdf. Se li hai trovati utili condividili per aiutare altri viaggiatori. Se poi decidi di iscriverti alla newsletter e alla pagina Fb rischi di farmi contento. Un po’ di sostegno morale mi aiuterà a perseverare in questa faticaccia!
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!