Ho deciso: mi infliggo 8-10 ore fino a Pokhara su un bus locale e poi me ne sto un giorno a concedermi di tutto in riva al lago. Poi prendo un altro bus (stavolta notturno) e mi faccio scaricare all’alba a Thamel, lì in centro a Kathmandu, e poi mi rintano in aeroporto aspettando di cominciare la via crucis del ritorno tramite New Dheli. Non ci voglio nemmeno pensare.
Saluto all’alba i fidi compagni sardi Antonio e Amedeo, e in pochi minuti eccomi alla stazione dei bus di Marpha. Prendo posto in questo bus scalcagnato stracarico di passeggeri col corridoio intasato di sacchi, borse, solite bombole del gas e svariati oggetti non identificabili a prima vista. La strada è pessima, tutta crateri, polvere e strapiombi, dietro di me c’è uno che vomita dal finestrino. Di fianco a me un altro mi scavalca e apre il finestrino alla mia destra per sciacquare l’immancabile mela, ma mi fa una doccia perchè è impossibile governare un getto d’acqua in questo sobbalzare continuo. Non mi scompongo, ho fatto trasbordi peggiori negli anni.
Dopo circa 9 ore eccomi a Pokhara: fa veramente schifo in zona centro, mi faccio subito portare al lago. A Pokhara c’è giusto da fare sue e giù per le sue sponde o rilassarsi con una remata al tramonto. Per il resto la città è un hub per le solite attività adrenaliniche tipo downhill, zip line, bunjee jumping, parapendio et similia. Io dopo tutta la faticata e i disagi dei giorni passati, solo a leggere quei cartelli ho dei conati di vomito. Quindi sto. Ho preso una bella stanza con bagno privato, da adesso per 24 ore spaccate non voglio sapere cazzi.
Nell’ordine mi regalo:
- doccia bollente
- aperitivo con birrette varie in riva al lago
- cena con mezzo kg di Angus al sangue
- dormita reale con doppio cuscino su letto King Size
- colazione cornetto marmellata + espresso macchiato caldo
- lavanderia
- barba, capelli, scrub facciale
- massaggio del trekker (ayurvedico + thai)
- pizza forno a legna per pranzo
- altri caffè, altre birrette
- pizza forno a legna per cena
Alle 19.00 salto su un sofà bus notturno, quelli coi letti reclinabili. Passano giusto 10 ore di strada tremenda (considerata la più pericolosa in assoluto del Nepal) e l’autista ci molla non lontano da Thamel: sono le 5 di mattina ed è ancora buio totale. Vago per le vie della periferia alla ricerca di un cesso, trovo una turca oscena in una pompa di benzina e la metto prontamente a frutto. Punto su Thamel, trovo solo gente in post serata e cani randagi che mi sbarrano la via abbaiando.
Scelgo la ritirata: mi faccio portare all’aeroporto, in fondo l’aereo per Dheli è ‘solo’ tra 8 ore… e l’idea di vagare per il coas di Thamel sotto al sole, dopo una nottata così, è molto peggio che quella di starsene a vegetare stravaccato su una sedia allo spartano aeroporto di Kathmandu.
Da qui in poi sarà un nuovo, scintillante, record assoluto:
- 8 ore di attesa aeroporto Kathmandu
- 2 ore di volo per Dehli
- 8 ore di attesa a Dheli
- 8 ore di volo Dheli – Monaco
- 6 ore di attesa a Monaco
- 1 ora e spicci di volo per Ancona
Totale: 35 ore, a cui potrei aggiunegere quelle 10 di bus di stanotte per arrivare all’incredibile cifra di 45 ore filate di trasferimento per arrivare da Pokhara ad Ancona.
Mi lamentavo delle 31 ore dell’andata, ma si sa: i record sono fatti per essere battuti.
Alla prossima.
Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!