Grecia in moto – giorno #4 – Penisola del Mani: ‘oh, sembra la Scozia?’

Con uno sguardo sempre puntato sul radar meteo (da quel che abbiamo capito il ciclone Daniel sta flagellando la Grecia), ci addentriamo guardinghi nella penisola del Mani.

Scendiamo per la parte ovest, un serpeggiare di strade e stradine in perenne saliscendi dove sono quattro le cose che non mancano mai: le caratteristiche torri in pietra (vero landmark del Mani), le chiese ortodosse, i cimiteri e le bestie randage. Magnifico. Ogni tanto un paesino in pietra, a volte aggrappato a una parete, a volte adagiato su una caletta cristallina sferzata dal vento. Spesso semplicemente in mezzo al niente. Io ci girerei all’infinito.

Grecia in moto - giorno #4 - Penisola del Mani: 'oh, sembra la Scozia?'
Grecia in moto - giorno #4 - Penisola del Mani: 'oh, sembra la Scozia?'

A Porto Kagio pranziamo in riva al mare, ma appena pagato il conto comincia a piovere. Sticazzi, puntiamo su Capo Tanaro in tenuta antipioggia, costantemente presi a spallate da un vento adesso ferocissimo. Ogni tanto spunta una torre su un cucuzzolo, tutto intorno il vento muove il paesaggio dipinto in ocra, azzurro e grigio. Siamo concordi: sarà anche il meteo del menga, ma ci sembra di essere in Scozia (accostamento quantomeno affrettato, visto che nessuno dei due ci è mai stato in Scozia, appureremo poi).

Grecia in moto - giorno #4 - Penisola del Mani: 'oh, sembra la Scozia?'

La parte est è completamente diversa: ancora più isolata, selvaggia e in qualche modo arcigna. Strade a picco sull’acqua che si arrampicano ovunque senza protezioni, vento e pochissime auto. Zero motociclisti. Risaliamo la costa con tanto di quel gusto che ci accorgiamo di aver superato il nostro albergo fronte mare soltanto dopo quasi 30 km.

Per come la vedo io, vale la pena comprare una moto, pagare assicurazione, bollo, revisione, tagliandi e farsi 23 ore di traghetto sul ponte già solo per guidare qui nel Mani.

Magari sto esagerando, ma manco troppo.

ps

Ho fatto tre foto in tutto, nessuna rende minimamente giustizia ai luoghi, anche perché io sono un cane come fotografo e soprattutto preferisco guidare senza fare soste continue. Però c’è zio Google che offre gallerie fotografiche.

Daniele ERMES Galassi

Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!

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