Tirata balcanica 2025 – giorno #3 – Serbia/Romania – Só CarpaZZi amari

All’improvviso, dopo due ore di inutile ma forgiante pianura serba, ecco la deviazione per la dogana rumena.

Un lungo ponte sul Danubio ci porta dritti per dritti in Romania, dov’è tutto diverso.

Le lancette dell’orologio compiono un poderoso balzo in avanti dal 1980 (dove la Serbia sembra ibernata) ai giorni nostri. Non solo l’alfabeto diventa di nuovo familiare, ma addirittura la lingua è comprensibile. A volte una O diventa U, una E diventa A, una I diventa E. Oppure manca l’ultima lettera o la parola somiglia a un sinonimo… ma sostanzialmente il rumeno pare un dialetto italiano (o viceversa).

Pensiune (pensione), pericol (pericolo), lumini (luci)… riesci a capire quasi tutto. Anche le facce e la fisicità sono inequivocabilmente lontano anni luce da quelle slave. Per non parlare del cibo, tutto un altro sapore molto più vicino al nostro (come purtroppo pure i prezzi).

Insomma in Romania ti pare di capire tutto: la lingua, la gente, i menú.

Quello che non riesco a capire peró è perché la sorte ce l’ha con noi. Fino a oggi che pascolavano per la trascurabile pianura serba c’è stato sole spianato, senza ombra di compromessi.

Ma per domani che è in programma la Transalpina, una delle strade clou della Romania che si arrampica fino a 2100 mt, il meteo promette sfaceli dalla mattina alla sera. E porca mignotta solo per domani, col più chirurgico dei mirini. Il che apre a diverse opzioni, tutte dolorose.

Cambiare programma? Fare il giro al contrario? Starsene fermi qui in albergo a Targi Jiu e poi accorpare due tappe in uno in una folle corsa kamikaze? Non lo sappiamo, domani mattina ci svegliamo all’alba e valutiamo.

Esatto, come da titolo: quando c’è allerta meteo, hai i giorni contati e sei per monti in Romania… sí, sò carpaZZi amari.

Daniele ERMES Galassi

Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!

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