Un centinaio di moto con relativi piloti e passeggeri stipati a lato di una curva pochi km dopo Cartisoara, inizio della Transfagarasàn, venduta come ‘la strada per moto più bella del mondo’.
Ma che cazzo è sta roba? Transfagarasàn chiusa, dicono. Ma perché? Salta fuori che c’è uno psicopatico che corre su e giù per la strada con una tamarrissima macchina sportiva blu da miliardi di euro, lo vediamo fare avanti e indietro accompagnato da un rombo esagerato, circondato da droni e cameramen. Deduciamo che stanno girando un film o uno spot, o forse è solo un megalomane che ha affittato la strada più famosa della Romania per farsi qualche reel.
Ad ogni modo la polizia dice che fino alle 12 c’è da aspettare. E aspettiamo. La scena è surreale, ma nessuno si scompone. Alta predominanza di polacchi, sloveni e rumeni, qualche crucco, nessun italiano. Moto più gettonata: GS 1300. Dove cazzo prenderà 30.000 euro per una moto tutta ‘sta gente non lo capiró mai.

Alle 12 spaccate, nel momento esatto in cui un raggio di sole trova finalmente il coraggio di filtrare tra la nebbiolina di montagna, la polizia toglie lo sbarramento e si accendono i motori. Brum brum.
Come un alveare impazzito, decine e decine di moto di ogni forma e colore iniziano a sciamare sgassando di gusto.
Il panorama che si scopre progressivamente mostra montagne molto più verdi rispetto a quelle attorno alla Transalpina, ma la voglia di fermarsi in mezzo a questo marasma è pari a zero, quindi anche oggi le foto le faremo domani. Ora guardando verso l’alto sembra più un formicaio, tante piccole formichine si stanno arrampicando per i famosi tornanti che zigzagano ripidissimi e geometrici su per il fianco della montagna.
Al valico, purtroppo, c’è di nuovo una nebbia fantozziana e quindi la vista sul lago di Balea sfuma, ma almeno abbiamo la scusa per evitare anche questa sosta che per di più sembra a pagamento.
Scendiamo verso l’altro versante, i tornanti si ammorbidiscono, la vista si pulisce, ignoriamo il castello patacca spacciato per ‘Dracula’s Castle’, ed eccolo il primo orso. A bordo strada, che traffica placido con un sacchetto di patatine lanciato da qualche imbecille da una macchina. Poi ecco il secondo, sdraiato; il terzo un po’ meno rilassato è ritto sulle zampe a guardare curioso dentro una macchina. Un paio di chilometri e ecco il quarto, il dubbio che ce li metta la Proloco prende sempre più corpo.
Archiviata la Transfagarasàn cambiamo programma e decidiamo di puntare su Brasov: ci farà da base per un giro a margherita domani.
Ah, ma insomma ‘sta Transfagarasàn?
Vale la pena? Certamente.
É un highlight della Romania? Certamente.
La rifarei? Certo, magari al contrario che dicono renda di più.
È ‘la strada per moto più bella del mondo’? Ma non diciamo stronzate, dai.

Daniele ERMES Galassi
Zaino in spalla, mani sul volante, casco in testa: vale tutto. Andale!